REGGIO CALABRIA – La Squadra mobile ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone facenti parte, a vario titolo, della cosca di ‘ndrangheta degli Zindato-Borghetto-Caridi operante nei quartieri Modena-Ciccarello e San Giorgio Extra di Reggio Calabria. Gli arresti giungono a conclusione di una complessa attività investigativa coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Le persone coinvolte nell’operazione sono accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata ai danni di operatori economici, favoreggiamento e ricettazione. In particolare, sono due le ipotesi di estorsione ai danni di un imprenditore che gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno accertato nel corso delle indagini.
Inoltre, le indagini coordinate dalla Dda, ha riferito la Squadra mobile di Reggio Calabria diretta da Gennaro Semeraro, supportate da numerose attività tecniche, hanno consentito di individuare e delineare i meccanismi operativi della cosca che, attraverso nuove affiliazioni, ha proseguito nella gestione delle attività illecite, con particolare riferimento alle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti messe in atto per il reperimento delle risorse economiche indispensabili per il mantenimento del sodalizio. Nello specifico la strategia estorsiva della cosca Zindato, in tempi di crisi economica, era quella di avanzare richieste “ragionevoli” da rivolgere a imprenditori che non versassero in gravi difficoltà e in modo tale da non vessare particolarmente le vittime. Gli investigatori hanno intercettato i pizzini che il presunto capo cosca, Francesco Zindato, inviata tramite sua moglie al suo presunto reggente, Domenico Sonsogno detto “Mico Tattoo” (da cui il nome dell’operazione “Tattoo”). Le richieste estorsive “ragionevoli”, ha spiegato il capo della sezione antiracket, Francesco Giordano, servivano a un duplice scopo: ottenere comunque il denaro per il sostentamento della cosca e non indispettire i commercianti della zona, senza quindi perdere il controllo del territorio così caro alla ‘ndrangheta.
Sono due le ipotesi di estorsione ai danni di un imprenditore che gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno accertato nel corso delle indagini che hanno portato stamani all’arresto di 5 persone, a vario titolo accusate di far parte della cosca di ‘ndrangheta Zindato-Borghetto-Caridi, estorsione aggravata commessa in danno di operatori economici, favoreggiamento e ricettazione, delitti aggravati dalla finalità di agevolare le attività delle associazioni mafiose. (AGI)
Questi i nome degli arrestati, uno si trovava già in carcere:
Francesco Zindato, 36ene, già detenuto, ritenuto il presunto capo della cosca;
Demetrio Sonsogno, di 44 anni, che secondo l’accusa avrebbe sostituito
Francesco Zindato al vertice della cosca dopo l’arresto di quest’ultimo;
Antonino Labate di 36 anni;
Santo Labate di 32 anni;
Tchorzewska Malgorzata, 34enne polacca, moglie di Francesco Zindato.