Una collana di corallo, rossa

LA vidi muoversi in cucina, poi comparire in camera da letto. Scostai ancora un poco la tenda per vedere meglio. Si stava spogliando. Ma perché così in fretta? Per un attimo intravidi il reggiseno bianco. Lo ricoprì subito con la parte superiore di una tuta. Spense la luce. Ritornò in cucina. Abbassai le tapparelle ed accesi la lampada sul comodino. Aprii il primo cassetto dell’armadio e tirai fuori le fotografie. Nella prima era di schiena. Passai alla seconda. Qui si vedeva meglio. Era di trequarti e potevo vedere un pezzettino di seno. Sfogliai le altre foto e ne scelsi una, quella che mi piaceva di più. Mi spogliai e mi stessi con a fianco la foto. Capelli neri, corti, spettinati. Le sfiorai la testa con le mani. Muovevo le dita a pochi millimetri dalla superficie. Per qualche istante la toccai. Solo un attimo. Scesi sul collo, lentamente. Passai alle spalle, erano piene e carnose. Ritornai ai capelli. Li sfiorai di nuovo, poi di nuovo il collo, ancora le spalle. Scesi più giù e mi fermai all’inizio dei fianchi. Grossi, asimmetrici per la torsione del corpo. Scostai la mano. Ero sudato. Tornai alla finestra. La luce ancora accesa in cucina, ma lei non c’era. Ritornai al letto e alla foto. Partii dalle cosce. Le toccai. Il freddo delle foto mi fece sobbalzare. Ritirai le dita. Sentivo il cuore battermi nelle tempie. Un colpo alla porta. «Apri, sono mamma, che fai chiuso dentro? Apri subito. Apri ti ho detto». Aprii la porta. «Cosa fai tutto nudo?» Urlava, il collo gonfio, la collana di corallo, rossa, che indossava, le stringeva le vene del collo. Volevo toccare quelle pietre, solo toccarle, ma lei si spaventò ed urlò. Mi spaventai anch’io. Cercai di tapparle la bocca, ma lei continuò ad urlare. Le strinsi con le mani la gola. La collana si ruppe e i coralli caddero a terra come piccole gocce di sangue. Li guardavo, incantato, mentre continuavo a stringere. Ma non volevo farle del male, Commissario, mi deve credere. Non volevo farle del male..

Pubblicato nell’edizione cartacea de Il Quotidiano della Calabria del 4 ottobre