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MATERA – Quaranta anni fa, il 5 ottobre del 1973, nasceva la Caritas diocesana a Matera. Il suo primo direttore, con decreto di mons. Giacomo Palombella, fu padre Silvestro Monteduro cui successe don Giovanni Mele.
Da quel giorno molto è cambiato, a cominciare dal concetto di povertà che, seppur nel suo valore di aiuto e sostegno dei più deboli, allarga i confini a causa della crisi eocnomica e della sua drammatica onda lunga.
Di questo si è parlato nel corso del convegno “Oltre le azioni: la promozione dell’uomo in forme consone ai tempi e ai bisogni” che si è svolto, in concomitanza con lo speciale anniversario, ieri all’Istituto s. Anna. «La Chiesa diocesana – ha detto il vescovono, mons. Ligorio, in apertura dei lavori – è espressione di carità, di un volto bello».
Subito dopo a mons. Biagio Colaianni è stata affidata la riflessione della lettura che ha richiamato i temi e i valori della giornata. «Bisogna rimuovere le cause della povertà, per non restare impantanati nell’assistenzialismo. Il rischio è – ha proseguito nella sua profonda analisi del testo – di sentirsi stanchi e la preghiera a volte non dà forza e per questo rischiamo di perderci in ciò che facciamo». E’ la fede e la convinzione dell’opera di carità, che però, diventa motore trainante di questa attività.
Nella sua relazione di apertura, il direttore della Caritas materana, Anna Maria Cammisa ha ripercorso i momenti più importanti della storia 40ennale della istituzione, sottolineandone il ruolo di promozione di dignità dell’uomo con particolare attenzione al momento storico attuale e ai bisogni.
Nessun riferimento purtroppo ai dati sull’attività della Caritas diocesana che avrebbero descritto in modo più concreto e utile l’impegno dei volontari ma soprattutto il livello del bisogno della comunità, dell’entità del disagio che crisi economica e occupazionale hanno imposto al nostro territorio negli ultimi anni. Anna Maria Cammisa ha comunque ricordato alcune delle attività svolte tra cui spiccano il centro d’ascolto, la mensa fondata da don Giovanni Mele e soprattutto l’attività di rete fra Caritas parrocchiali.
Allo strumento dell’8 per mille si deve, poi, la nascita della struttura di accoglienza “La tenda”, nel rione Cappuccini, che è stata realizzata con i fondi raccolti proprio per tre progetti.
Commozione e grande partecipazione quando uno dei volontari storici, Giovanni Padula, è stato premiato con una targa per la sua lunga attività all’interno dell’ente. Nelle parole del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, si sono ritrovati i temi fondamentali che fanno della carità, oggi, un terreno su muoversi con straordinaria delicatezza. Il segnale positivo lo ha dato proprio Matera instaurando un metodo che è stato molto apprezzato: l’alternanza quinquennale della carica di direttore. Soddu ha poi ricordato che quello della Caritas è un patrimonio da preservare, un organismo pastorale, una voce libera da ogni condizionamento. «La fedeltà ai poveri – ha aggiunto – è importante». Forte il richiamo ai messaggi dl Papa emerito Benedetto XVI e all’attuale pontefice Francesco, nonchè all’impegno quotidiano che coinvolge ogni giorno numerosi volontari a contatto con povertà spirituali e materiali.
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