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COSENZA – Le mani sulla tastiera e gli occhi puntati sul monitor per vedere i video pedopornografici. La Polizia Postale di Cosenza, agli ordini del dirigente Tiziana Scarpelli, ha colto in flagranza di reato un professionista  di 35 anni  di Lago, nel Tirreno cosentino, al quale è stato anche sequestrato il computer, nella cui memoria c’erano ben 150 filmati a contenuto pedopornografico, che ha condiviso con altre persone via internet. Da qui l’arresto per l’ingente quantitativo, con la misura che poi ieri è stata modificata dal gip del tribunale di Cosenza, Giusy Ferrucci, con l’obbligo della firma.    
La segnalazione era giunta da Firenze, dove è stata avviata un’indagine che interessa diverse regioni, compresa la Calabria. Le carte relative alla posizione del professionista sono ora in mano alla Procura di Cosenza (e in particolare al pm  Donato), ma saranno al più presto trasmesse per competenza a  Catanzaro. Il trentacinquenne di Lago ha ammesso la propria debolezza sessuale davanti agli esterrefatti agenti della Postale: «Ognuno di noi – ha più o meno detto agli investigatori della Postale – ha i propri gusti».
Non è la prima volta che la provincia di Cosenza viene interessata da un’inchiesta sulla pedopornografia. Tempo fa  i nomi di alcuni cosentini furono infatti iscritti nel registro di “Strike”, l’indagine aperta dalla Procura  di Catania. La Polizia Postale in quell’occasione denunciò in tutta Italia ben 109 persone.   L’operazione  partì  dall’individuazione di un sito web con sede in Germania che diffondeva immagini di pedopornografia. Il sito in meno di due mesi aveva avuto oltre 44 mila accessi nella sezione nominata “Teen group” contenente centinaia di immagini di bambini coinvolti in atti sessuali. Ora la nuova inchiesta, questa volta avviata in Toscana.

COSENZA – Le mani sulla tastiera e gli occhi puntati sul monitor per vedere i video pedopornografici. La Polizia Postale di Cosenza, agli ordini del dirigente Tiziana Scarpelli, ha colto in flagranza di reato un professionista  di 35 anni  di Lago, nel Tirreno cosentino, al quale è stato anche sequestrato il computer, nella cui memoria c’erano ben 150 filmati a contenuto pedopornografico, che ha condiviso con altre persone via internet. Da qui l’arresto per l’ingente quantitativo, con la misura che poi ieri è stata modificata dal gip del tribunale di Cosenza, Giusy Ferrucci, con l’obbligo della firma.

La segnalazione era giunta da Firenze, dove è stata avviata un’indagine che interessa diverse regioni, compresa la Calabria. Le carte relative alla posizione del professionista sono ora in mano alla Procura di Cosenza (e in particolare al pm  Donato), ma saranno al più presto trasmesse per competenza a  Catanzaro. Il trentacinquenne di Lago ha ammesso la propria debolezza sessuale davanti agli esterrefatti agenti della Postale: «Ognuno di noi – ha più o meno detto agli investigatori della Postale – ha i propri gusti». Non è la prima volta che la provincia di Cosenza viene interessata da un’inchiesta sulla pedopornografia. Tempo fa  i nomi di alcuni cosentini furono infatti iscritti nel registro di “Strike”, l’indagine aperta dalla Procura  di Catania. La Polizia Postale in quell’occasione denunciò in tutta Italia ben 109 persone.  

L’operazione  partì  dall’individuazione di un sito web con sede in Germania che diffondeva immagini di pedopornografia. Il sito in meno di due mesi aveva avuto oltre 44 mila accessi nella sezione nominata “Teen group” contenente centinaia di immagini di bambini coinvolti in atti sessuali. Ora la nuova inchiesta, questa volta avviata in Toscana.

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