CATANZARO – Nuova operazione contro la ‘ndrangheta nel vibonese, sette persone sono state arrestate dalla Polizia di Catanzaro nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria con l’accusa di tentata estorsione, rapina e lesioni tutto aggravato dalla metodologia mafiosa, a carico di un imprenditore di Vibo. Le attività di indagine della Squadra Mobile coordinata dalla Dda di Catanzaro hanno messo in luce, tra l’altro, come alcuni arrestati avrebbero anche costretto un testimone di giustizia, l’imprenditore Vincenzo Ceravolo, che aveva fatto condannare esponenti di spicco della cosca Mancuso di Limbadi a ritrattare le accuse in una fase successiva del processo.
MINACCIATO PER RITRATTARE – In sostanza, avrebbero minacciato Ceravolo per costringerlo a ritrattare le sue accuse contro un boss della cosca Mancuso di Limbadi. Ceravolo, imprenditore vibonese attivo nell’export del tonno fresco del Mediterraneo, è sotto protezione dal 28 maggio del 2003 dopo che denunciò un boss della cosca Mancuso che, insieme ad un suo affiliato, fu processato e condannato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La condanna fu confermata in appello nel 2004 ma poi la Cassazione, per una questione tecnica, annullò la sentenza disponendo un nuovo processo che però non è stato ancora celebrato. E proprio in questo periodo si sarebbero verificate le minacce e le intimidazioni. L’imprenditore, nel corso degli anni, ha denunciato di avere subito danneggiamenti per circa 20 milioni di euro.
Nel corso dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e dai pm Simona Rossi e Carlo Villani, gli investigatori della squadra mobile, come accennato in precedenza, hanno anche portato alla luce un tentativo di estorsione ai danni di un altro imprenditore del vibonese evidenziando un legame tra personaggi legati alla criminalità di Gioia Tauro e quelli di Vibo.
LE PERSONE COINVOLTE – I nomi dell epersone arrestate sono: Raffaele Fiumara detto Lello, Eugenio Gentiluomo, Rocco De Maio, Carlo Riso, Domenico Pardea, Antonio Vacatello, Massimo Patamia cuisi aggiunge anche Pantaleone Mancuso alias Scarpuni che è però già in carcere perché detenuto per altro.