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CRACO – Il tribunale di Matera ha condannato ieri Felice Lauria a sette anni e sei mesi di reclusione e Antonio Aliani a sette anni, entrambi residenti a Craco, accusati di violenza sessuale continuata e lesioni nei confronti di una donna di 35 anni. Nell’aprile del 2012, i carabinieri della Compagnia di Pisticci avevano eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip Rosa Bia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Rosanna De Fraia, a seguito di indagini che avevano portato all’accertamento di violenze nei confronti della vittima, costretta ad avere rapporti sessuali con i due uomini, uno dei quali (Lauria, suo ex fidanzato) le aveva in chiesto in precedenza di non denunciarlo, promettendole che l’avrebbe sposata.
Il tribunale ha assolto, per insussistenza dei fatti contestati, Lauria dall’accusa di circonvenzione di incapace. Per entrambi gli imputati, inoltre, è stata disposta la interdizione perpetua dai pubblici uffici, da quelle attinenti alla tutela, curatela e amministrazione di sostegno; l’esclusione della successione alla persona offesa e la sospensione -per la durata della pena- dall’esercizio di qualsiasi arte o professione. E’ stato disposto il pagamento di un indennizzo nei confronti delle parti civili.
Gli avvocati difensori, Amedeo Cataldo ed Emilio Nicola Buccico, che avevano chiesto l’assoluzione per gli assistiti, hanno preannunciato appello alla sentenza. Craco è stata denominata “Piccola Napoli”, con una definizione forse un pò ardita, visto che nella rete dei carabinieri finiscono sempre le stesse persone; ma sta di fatto che il piccolo paese di 800 anime nei calanchi pisticcesi, sembra essere diventato il centro della provincia materana, in quanto a cronaca nera. Secondo la ricostruzione dei fatti, operata dai carabinieri che hanno indagato, tutto sarebbe partito dalla violenza sessuale, consumata ai danni della giovane disabile da Felice Lauria di 25 anni (cugino dell’arrestato) e Antonio Aliani di 27 (un altro cugino). La donna ha sporto denuncia ed i due furono arrestati nel maggio del 2012.
Il 19 dicembre si è celebrata la prima udienza presso il tribunale di Matera, durante la quale sono stati resi noti i nomi dei testi da sentire in udienza.
Secondo i carabinieri, i tre arrestati da quel giorno avrebbero iniziato ad avvicinare alcuni dei testimoni indicati, cercando di intimidirli per impedire loro di presentarsi alle prossime udienze, oppure rendere versioni finalizzate a scagionare i due arrestati. Il culmine, sempre secondo la ricostruzione dei carabinieri, si sarebbe verificato ai danni del vigile urbano di Craco, che aveva partecipato anche alle indagini.
Il pubblico ufficiale sarebbe stato prima avvicinato da Mario Lauria, definito “il capostipite”, che lo avrebbe minacciato con la frase: «Te la farò pagare, al processo non arriverai».
Poche ore dopo, il figlio ed il nipote di Lauria sono passati ai fatti. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbero avvicinato il vigile urbano «con il pretesto di chiedere infomazioni su di un alloggio popolare -ha spiegato il maggiore dei carabinieri Domenico Del Prete, che ha illustrato i risultati dell’operazione al Comando provinciale- alla risposta del vigile di recarsi negli uffici comunali quando erano aperti, i due hanno risposto con le percosse, procurando al pubblico ufficiale lesioni giudicate guaribili in trenta giorni».
Da lì sono partite le denunce e le indagini, che hanno portato agli arresti.
a.corrado@luedi.it
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