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METAPONTO – Tolleranza zero. Il “Comitato per la difesa delle terre joniche” ha iniziato subito a fare sul serio, avviando da ieri la raccolta dei certificati elettorali di famiglie ed aziende alluvionate, che sono pronte a non votare alle prossime Regionali, se dall’establiscment politico lucano, a tutti i livelli, non arriveranno provvedimenti concreti ed operativi per chi ha subìto l’ennesimo schiaffo in una terra ormai martoriata da crisi e calamità.

Ieri mattina si è svolta un’assemblea nella frazione di Serramarina di Bernalda, con un presidio di trattori che ha rallentato il traffico sulla Provinciale 175, per distribuire i volantini rivendicativi del Comitato. Ma l’appuntamento di ieri è servito anche ad informare tutti sugli esiti della giornata romana della delegazione, guidata dal portavoce Gianni Fabbris, che ha sensibilizzato al tema i parlamentari di Puglia e Basilicata. Sempre ieri mattina, un’altra delegazione avrebbe dovuto incontrare il ministro dell’Agrocoltura, Nunzia De Girolamo, ospite del convegno nazionale della Copagri, ma la rappresentante del Governo ha disertato per la nuova crisi apertasi nella maggioranza a Roma. Stamane, grazie all’interessamento del prefetto Luigi Pizzi, gli attivisti di Terre Joniche incontreranno il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, per sottoporre anche a lui le questioni pregnanti della protesta.

La priorità, oggi più che mai, è quella di ottenere l’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri, che dichiara lo stato di calamità naturale; una condizione indispensabile, fanno sapere dal Comitato, per allentare i lacci del Patto di stabilità e rendere subito disponibili gli stanziamenti delle royalties petrolifere.

«La politica deve smettere di fare inutili passerelle -ha commentato Fabbris- se vuole lavorare e, soprattutto, vuole che questa gente vada a votare, deve fare passi concreti. Nel 2011 l’emissione dell’ordinanza fu rallentata dall’ostruzionismo della Lega, che chiedeva l’anticipo di cassa alle Regioni, oggi questo problema non c’è, pertanto auspichiamo, che entro i prossimi dieci giorni venga emanata l’Opcm».

Il Comitato intende ottenere la garanzia che, fin da subito ci sia una determinazione dell’area colpita dalla nuova alluvione, assolutamente non esagerata e non dilatata rispetto al reale. «Non può verificarsi -sottolinea con forza Fabbris- come accaduto la volta scorsa, che decine e decine di comuni della Basilicata e della Puglia, si trovino inseriti in questa nuova ordinanza inseguendo la politica per cui ogni politico, sindaco o portaborse, inserisca la frazione che gli è cara dilatando così all’infinito un problema che invece va circoscritto per individuare l’area realmente interessata e che ha subito i maggiori danni».

Si tratta poi di avere la garanzia dai parlamentari e dal Governo che nell’ordinanza vi siano indicate le risorse economiche e le somme di spesa da destinare alla messa in sicurezza del territorio e il sostegno urgente alle famiglie, alle aziende e alle attività economiche di qualsiasi natura, siano esse economiche, agricole e industriali, colpite da questa nuova emergenza. Sono in programma inoltre, altre due iniziative.  In modo particolare due assemblee: la prima a Marconia, in piazza Elettra, domenica a partire dalle ore 18, in collaborazione con i citadini e i soggetti colpiti dall’alluvione e sabato un incontro in piazza a Ginosa (Ta). Appuntamenti importanti per capire cosa sta accadendo e pianificare eventuali future iniziative.

a.corrado@luedi.it 

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