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REGGIO CALABRIA – Visi stanchi, sfatti dal lungo viaggio in mare che, per fortuna, questa volta non si è trasformato in tragedia. Ancora uno sbarco di immigrati ieri sera alle ore 21 al porto di Reggio: 226 persone di nazionalità presumibilmente siriana (45 donne, 79 bambini e 102 uomini) sono giunte al porto a bordo di due pattugliatori della Guardia di Finanza e su una motovedetta della Guardia Costiera giunta in appoggio, dopo essere state intercettate ieri in tarda mattinata quando si trovavano su un barcone a più di 150 miglia al largo di Capo Spartivento, davanti alla costa ionica reggina. 

RISCHIAVANO DI AFFONDARE – Il mezzo sul quale viaggiavano i migranti ha iniziato ad imbarcare acqua; dalla costa calabrese sono, quindi, partiti immediatamente i primi soccorsi per il salvataggio in alto mare. Subito trasbordati in due motovedette della Finanza, gli immigrati sono arrivati a Reggio accolti da una macchina dei soccorsi ben collaudata dai precedenti sbarchi avvenuti quest’estate, uno dei quali era stato funestato dal malore fatale per il comandante dei vigili urbani (LEGGI L’ARTICOLO). 

LE COCCOLE PER I BIMBI – Interi nuclei familiari, tanti anche i bambini e qualcuno con la febbre, che prima di salire sugli autobus dell’azienda municipalizzata Atam, venivano controllati dai diversi medici accanto alle ambulanze. Quello di ieri sera nella acque dello Stretto è stato soprattutto l’esodo dei bambini, di nazionalità siriana. Quei 79 minorenni che da ieri sera hanno trovato rifugio nel palazzetto dello sport di Pellaro “coccolati” da una catena umana di solidarietà e da soccorritori premurosi. A prendersi cura di loro i pediatri di Reggio. 

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PRESUNTO SCAFISTA SOTTO TORCHIO – Una lunga operazione, quella della prima accoglienza, legata alla esigenza di soddisfare dapprima quei bisogni di carattere medico–sanitario, di verificare lo stato di salute ed individuare quelli ormai stremati. Sul posto anche gli esperti del Gabinetto regionale della Polizia scientifica per i necessari rilievi e non è certo sfuggita la presenza del magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso la Procura di Reggio, subito al lavoro per individuare gli scafisti che potrebbero essersi nascosti tra i disperati della carretta del mare. E infatti almeno un presunto scafista pare sia stato trasportato presso la caserma delle Fiamme gialle.

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