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REGGIO CALABRIA – I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria – Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Reggio Calabria, insieme con i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro e di Locri hanno proceduto, alla distruzione di circa 800 chilogrammi di cocaina purissima, frutto delle attività di repressione dei traffici illeciti che hanno interessato lo scalo portuale di Gioia Tauro nel corso del 2013. La cocaina distrutta, se avesse raggiunto il mercato della vendita al dettaglio, avrebbe fruttato alle cosche di ‘ndrangheta un introito di circa 160 milioni di euro. Le operazioni, coordinate dalla Direzione Distrettuale di Reggio Calabria, secondo quanto si apprende, sono state eseguite sotto il costante controllo delle Fiamme Gialle mediante un imponente dispositivo di scorta che ha trasportato lo stupefacente in un inceneritore della regione, la cui ubicazione non è stata resa nota per ragioni di sicurezza. 

La cocaina che viene sequestrata al porto di Gioia Tauro, spiegano gli inquirenti, giunge direttamente dai maggiori Paesi produttori del Sud America, con un grado di purezza che si aggira mediamente intorno al 90%. Prima di raggiungere il mercato finale, viene “tagliata” almeno quattro volte con apposite sostanze inerti utilizzate dai narcotrafficanti, per poi essere venduta, in dosi da un grammo, al prezzo medio di mercato di circa 50 euro. Le cifre in gioco, a parere degli inquirenti, confermano che la criminalità organizzata calabrese detiene la leadership mondiale del traffico internazionale di sostanze stupefacenti che costituisce una delle principali fonti di reddito delle cosche, le quali, attraverso i rapporti diretti con i principali “Signori della droga” sud americani inondano il mercato nazionale ed europeo di “polvere bianca”.
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