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VIGGIANO – «Non è come ve la stanno raccontando». Ma inquinamento dell’aria e dell’acqua, agricoltura e turismo in ginocchio, tumori e morte. Altro che ricchezza e progresso.
Hanno fatto irruzione senz’essere invitati e non hanno usato mezzi termini per denunciare la situazione delle valli del petrolio i sindaci “ribelli” di Montemurro, Sarconi, Spinoso e Paterno, a nome anche dei colleghi di Moliterno, Marsicovetere, Marsico Nuovo, Tramutola e Grumento Nova.
Sembrava destinata a filare senza intoppi la missione della commissione ambiente della Camera dei deputati ieri in visita in Val d’Agri . Ma nel pomeriggio, terminato il “tour” organizzato dall’Eni all’interno del centro oli tirato a lucido per l’occasione (gli Rsu hanno rivelato che agli operai delle ditte dell’indotto è stata data una giornata di ferie forzate), le cose hanno preso una piega inattesa.
In realtà a scoperchiare il “vaso di Pandora” è stato il sindaco di Pisticci Vito Di Trani, unico dei “rompiscatole” con in tasca un invito in piena regola. Prima di lui, durante le audizioni nell’aula consiliare del comune di Viggiano, erano intervenuti i responsabili della compagnia del cane a sei zampe e di Total, Shell e Mitsui, seguiti dal capo del dipartimento risorse minerarie del Ministero per lo sviluppo economico Franco Terlizzese. Poi era venuto il turno dei primi cittadini: innanzitutto l’ospite Giuseppe Alberti che ha fatto gli onori di casa e ha accennato alle preoccupazioni per lo stato delle acque del vicino invaso del Pertusillo, quindi la collega di Corleto Perticara Rosaria Vicino, che si è augurata l’avvio immediato del monitoraggio dell’aria non appena partirà l’attività del nuovo centro oli Total.
Subito dopo è toccato a Di Trani che ha messo in guardia i parlamentari, tra cui i lucani Cosimo Latronico (Pdl) e Antonio Placido (Sel) (il senatore Pd Salvatore Margiotta si è aggregato soltanto per la mattinata) rispetto a quanto ascoltato fino ad allora. E ha parlato dei miasmi che si respirano nell’area attorno a Tecnoparco, lo stabilimento che tratta le acque di scarto delle estrazioni in Val d’Agri, la disoccupazione e la carenza di infrastrutture. Mario Di Sanzo, primo cittadino di Montemurro, ha rincarato la dose denunciando le preoccupazioni per la fuoriuscita di sostanze velenose nel suo comune e i possibili collegamenti con il pozzo di reiniezione Costa Molina2 nel territorio di Grumento. Da Sarconi Cesare Marte ha tuonato contro i danni all’agricoltura, il turismo e i rischi di sismicità indotta. «Fareste bene a non avvisare la prossima volta che venite»: è stato invece il suggerimento del primo cittadino di Paterno Michele Grieco, che ha ironizzato sulla “cera” passata per tutto l’impianto del Centro oli e le ferie forzate per gli operai dell’indotto.
Scossi i membri della commissione che al termine dell’audizione hanno chiesto alla Regione e agli stessi sindaci un supplemento di istruttoria su malattie e distribuzione delle royalties. A tutti ha risposto l’assessore alla sanità Attilio Martorano garantendo che a breve sarà disponibile l’esito degli studi sulla mortalità commissionata all’Istituto superiore di sanità. Più semplice recuperare il dato delle “compensazioni” economiche per le estrazioni. Fino ad allora con ogni probabilità il giudizio resterà sospeso.
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