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POTENZA – Dovrà rispondere di violenza sessuale, tentata violenza privata, peculato e falso l’ingegnere Giulio Leonardo Ferrara, direttore regionale in carica di Sita Sud nonché presidente del Cotrab e dell’Anav Basilicata. Mentre al banco riservato alle parti offese, oltre a due dei suoi attuali dipendenti, potrebbe ancora presentarsi l’ex Sita spa, del gruppo Ferrovie dello Stato, che non ha ancora dato segni di volersi costituire parte civile.
Lo ha stabilito il gup Rosa Larocca che ieri pomeriggio al termine di una breve camera di consiglio ha disposto il rinvio a giudizio per tutti i capi di imputazione contestati al 64enne di Apricena da tempo in servizio in pianta stabile a Potenza, negli uffici della più nota società meridionale di trasporto su gomma.
Ferrara è accusato di aver abusato in vario modo della sua posizione, come quando una dipendente si era opposta alle sue avances. In quel caso si sarebbe spinto a usarle persino violenza afferrandola per la vita e costringendola a «piegarsi sulle sue gambe» per palpeggiarle i seni e l’inguine.
La denuncia della donna risale agli inizi del 2010 ed è quella che ha dato il “la” alle indagini sul suo conto. Ma una volta al lavoro i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale, coordinati dal pm Annagloria Piccininni, non si sono fermati alla ricerca di riscontri soltanto di quel racconto. Così è venuto a galla uno spaccato tutt’altro che rassicurante di come venivano gestiti gli uffici sulla via Appia, e l’elenco delle accuse nei confronti del direttore si è andato allungando un bel po’.
Infatti in un po’ più di un anno di tempo (da gennaio del 2009 ad aprile del 2010) Ferrara si sarebbe fatto rimborsare dalla vecchia Sita, che all’epoca era ancora di proprietà delle Ferrovie dello Stato, oltre 10mila euro tra pranzi al ristorante “La Primula” di Potenza, caffè, spesucce in autogrill, eccetera, in varie parti d’Italia. Persino le «mance» elargite ai camerieri sarebbero finite a carico della «cassa centrale» e della «piccola cassa» della società -stando a quanto scrive stando a quanto scrive il pm Piccininni nella richiesta di rinvio a giudizio – e qui davvero si fatica a ricordare un precedente. Più spesso invece, su «post-it e bigliettini» scritti a mano e depositati nella contabilità delle spese di rappresentanza, il direttore annotava solo cifre, senza nessuna giustificazione della loro destinazione.
Sempre in forza dell’incarico ricoperto Ferrara avrebbe avuto anche «la disponibilità esclusiva» di una Audi A6 di proprietà dell’azienda. Quindi in 6 diversi casi, tra aprile del 2008 e febbraio del 2010, è accusato di aver disposto che a pagare le multe per infrazioni varie del codice della strada commesse a Latina, Pescara, Bologna, Foggia, e Modena, fosse la società. In tre diverse occasioni, inoltre, di fronte alle richieste di varie autorità, che chiedevano di conoscere l’identità del conducente dell’auto, avrebbe mentito sostenendo «che era impossibilitato a fornire le generalità del conducente del veicolo, visto che (…) giornalmente risulta essere in uso a tutto il personale della sede regionale e conseguentemente non si è in grado di individuare l’autista».
L’ultima accusa nei confronti dell’attuale presidente del Cotrab, che è il consorzio di imprese che gestisce il trasporto pubblico in Basilicata e nel comune di Potenza, attiene infine a un episodio scatenato proprio dagli accertamenti avviati dai carabinieri. In pratica Ferrara avrebbe provato a far sottoscrivere a un dipendente di Sita una dichiarazione che lo scagionava rispetto alle anomalie nella gestine della «piccola cassa». Ma di fronte al suo “no” sarebbe passato alle minacce prefigurandogli un trasferimento «non gradito».
A seguito di quanto emerso dopo le denunce sul suo conto Ferrara, presidente per la Basilicata dell’Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori di Confindustria, era stato rimosso dal suo incarico da Sita Spa. Ma a distanza di qualche mese è stato assunto ex novo e rimesso al suo posto dalla nuova Sita Sud, passata nel frattempo dal gruppo Ferrovie dello Stato alla holding della famiglia Vinella, imprenditori originari di Putignano.
l.amato@luedi.it
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