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VIBO VALENTIA – Indebita percezione di contributi comunitari nel settore agricolo, erogati dall’Agea dal 1999 al 2006. Questa l’accusa per la quale la Corte di Conti ha condannato Vincenzo Fiarè, 39 anni, di San Gregorio d’Ippona, nel Vibonese, al risarcimento del danno in favore del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per una somma complessiva di 105mila euro, oltre alla rivalutazione monetaria dai singoli esborsi sino alla data della sentenza ed oltre agli interessi legali ed al pagamento delle spese di giudizio. 

I giudici contabili, sulla scorta di un’attività della Guardia di finanza di Vibo Valentia, hanno accertato una condotta dolosa con conseguente danno erariale corrispondente al finanziamento illecitamente ottenuto, in quanto Vincenzo Fiarè, figlio del presunto boss della ‘ndrangheta Rosario Fiarè, avrebbe omesso di comunicare all’Agea di essere sottoposto al regime di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. La legge vieta infatti in modo assoluto che sorvegliati speciali ed i soggetti ai quali siano state applicate misure detentive definitive possano accedere a qualunque finanziamento pubblico. Vincenzo Fiarè è stato inoltre condannato a 4 anni in Appello, nel luglio del 2012, per associazione mafiosa ed usura aggravata.
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