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REGGIO CALABRIA – L’annullamento o la revoca del regime del 41-bis per consentire a Sebastiano Vottari, di 31 anni, condannato in primo grado all’ergastolo e recluso in regime di 41 bis nel carcere di Terni, di sostenere gli ultimi due esami necessari all’ottenimento della laurea in farmacia. E’ quanto chiedono, in un reclamo presentato al Tribunale di sorveglianza di Roma, i difensori di Vottari, gli avvocati Giuseppe e Adriana Bartolo. Sebastiano Vottari è accusato dell’omicidio di Maria Strangio, moglie del boss Gianluca Nirta, vero obiettivo dell’ agguato, avvenuto il 25 dicembre del 2006. Omicidio che ha dato il via alla faida di San Luca tra i Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari culminata con la strage di Duisburg del Ferragosto del 2007. 

I legali di Vottari hanno incontrato i giornalisti stamani a Locri per illustrare la posizione del loro assistito che, hanno spiegato, ha sostenuto in video conferenza quasi tutti gli esami della Facoltà di Farmacia dell’Università di Messina. “Quasi tutti gli esami – è scritto nel reclamo – esclusi gli ultimi due, che richiedono la frequenza del laboratorio per poi accedere alla laurea”. Secondo gli avvocati Giuseppe e Adriana Bartolo, il regime speciale applicato al loro assistito, di cui chiedono la revoca, “entra in conflitto con i principi fondamentali della nostra Costituzione tra in quali quello di presunzione di non colpevolezza e, soprattutto, quello della risocializzazione, che non può certo dirsi osservato da un istituto che non prevede anche la contemporanea previsione di strumenti di ausilio diretti ad integrare il soggetto, ritenuto pericoloso, nella comunità sociale”.
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