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POTENZA – “Casa della Diva Provvidenza” verso il fallimento. La notizia – ”ignorata” da sindacati lucani se si fa eccezione per qualcuno che in tempi non sospetti l’aveva comunque previsto – la si apprende attraverso una nota di Marzano, Lanotte, Cosmai e Matarrese – rispettivamente rappresentanti aziendali della Cgil , Cisl, Fials e Fsi di Bisceglie – che da tempo sono mobilitati e che alla luce di quanto si prospetta hanno ulteriormente alzato il livello di guardia perché il rischio fallimento è, oggi, più che mai dietro l’angolo.
I tre commissari giudiziari nominati dal Tribunale fallimentare di Trani, infatti, hanno bocciato la proposta di concordato preventivo presentata dai legali della “Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza”.
Il piano presentato dall’ente lo scorso novembre, infatti, stando alla relazione fatta in questi giorni dai commissari giudiziari non è soddisfacente né per la sorte dei dipendenti delle sedi di Potenza, Bisceglie e Foggia né per i creditori.
Sui vertici dell’ente ecclesiale, infatti, pesa un macigno debitorio che supera i 400 milioni di euro.
La bocciatura del piano di concordato preventivo, a oggi, in pratica ha fatto saltare l’udienza, davanti alla Sezione civile del Tribunale con i creditori.
Creditori che la “Divina Provvidenza” voleva pagare mediante la cessione dei propri beni.
Una soluzione, questa, che non ha convinto il Tribunale di Trani.
A quanto pare, infatti, sarebbero state riscontrate alcune anomalie nei bilanci dell’ente ecclesiastico.
Domani intanto è fissata l’udienza in camera di consiglio per discutere di quanto hanno annotato i commissari giudiziari e sentire la replica dei legali della Congrezione.
Un passaggio che, viste le anomalie nel bilancio presentato dalla “Divina Provvidenza”, – si parlerebbe di veri e propri ammanchi contabili – di fatto farebbe sfumare l’ipotesi del concordato preventivo aprendo la strada alla procedura fallimentare. Solo domani si saprà, molto probabilmente di che morte dovrà morire la “Casa della Divina Provvidenza”.
La notizia della bocciatura del concordato preventivo da parte dei commissari giudiziali nominati non ha, però, minimamente scalfito l’ottimismo della dirigenza dell’ente ecclesiastico, che vede nell’udienza in camera di Consiglio di domani, la possibilità di convincere magistrati e numerosi creditori della bontà del piano da loro presentato.
Un piano che ha avuto, secondo i dirigenti della “Casa della Divina Provvidenza” poco tempo – si parla, è giusto ricordarlo, di dieci mesi e non di 30 giorni – per essere valutato dai commissari giudiziali. Insomma domani non è escluso che i vertici e i legali dell’ente possano chiedere una proroga del periodo di valutazione dei commissari giudiziali. Ma se già oggi le anomalie riscontrate nei bilanci sono tante non si può escludere che spulaciando meglio i commissari giudiziari trovino ben altro.
a.giammaria@luedi.it
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