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COSENZA – Quando ha deciso di far venire alla luce la sua storia e la denuncia presentata al giudice del lavoro dopo anni di precariato e di lavoro in nero, si è visto allontanare dalla scrivania e alla porta del suo ufficio è stata cambiata la serratura. E a rendere ancora più particolare la vicenda è che il datore di lavoro accusato di sfruttamento è la Cgil, mentre l’uomo che è stato allontanato dopo una sfilza interminabile di co.co.co è il segretario organizzativo del Nidil, la struttura che difende i lavoratori con contratti atipici. Accuse pesanti, alle quali ha replicato la Cgil di Cosenza, sostenendo, tra l’altro, che il lavoratore «non è mai stato licenziato dalla Cgil di Cosenza perché, molto banalmente, non è mai stato assunto da questa organizzazione, non ha mai avuto con la Cgil di Cosenza un rapporto di lavoro dipendente»
Umberto Enrico Macchione ha raccontato il suo caso in un articolo a firma di Adriano Mollo, apparso sul Quotidiano di oggi. Ha riferito dei bonifici da 400 euro ricevuti ogni mese, fino al luglio 2012, con la dicitura “emolumenti” e il mittente della Camera del lavoro di Cosenza. Ha spiegato che altri colleghi arrivati dopo sono stati stabilizzati ma lui no, perché, ha detto, «l’attuale segretario Giovanni Donato non riconosce chi è entrato nel sindacato sotto la precedente gestione di Massimo Covello». E ha rivelato della denuncia per la quale il giudice del lavoro ha fissato l’udienza il 29 maggio 2014.
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Ma il colloquio con il giornalista non è andato giù. E così stamattina, quando si è recato come al solito al lavoro nella sede sindacale, Macchione è stato avvicinato da alcuni colleghi. Racconta che gli hanno riferito, a nome dei vertici della Cgil locale: «Qui in ufficio non sei ben accetto, dopo quell’intervista». Poi lo hanno invitato a uscire e hanno cambiato la serratura. Lui, a quel punto, ha chiamato la polizia e ha fatto verbalizzare l’accaduto.
Nella replica dell’organizzazione sindacale, oltre ad annunciare azioni legali, si aggiunge anche che «Macchione è stato sempre regolarmente retribuito per i rapporti di lavoro avuti con organizzazioni vicine, ma diverse dalla Cgil di Cosenza, nel pieno rispetto dei contratti. Non si può considerare quindi Macchione né un precario né uno sfruttato. Per completezza di informazione, aggiungiamo altresì che Macchione ha svolto la sua attività esclusivamente per la Federconsumatori di Cosenza – associazione autonoma e indipendente dalla Cgil di Cosenza – fatto dimostrabile sia attraverso atti e documenti, sia attraverso centinaia di testimonianze».
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