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VIBO VALENTIA – “Botta e risposta” fra il legale dell’Asp di Vibo Valentia, Luigi Ciambrone, parte civile nel processo sulla Sanitopoli vibonese ed il presidente del Tribunale di Vibo, Roberto Lucisano, invitato ieri dal legale a presiedere egli stesso “direttamente il Collegio” onde evitare la prescrizione dei reati dopo l’ottavo rinvio consecutivo del processo in due anni. Secondo Lucisano “in linea di principio e di corretta interlocuzione istituzionale” le dichiarazioni del legale sono “lesive del prestigio dell’Ufficio e inaccettabili ove si consideri” che il Tribunale di Vibo si trova in “una situazione senza precedenti, con una scopertura pari ai due terzi dei magistrati”. Per Lucisano “è possibile garantire nell’imminenza a febbraio 2014 di otto nuovi magistrati” unicamente “attività urgente ed indifferibile” e processi “con detenuti”, apparendo “singolare che chi non era presente in aula si sia poi rivolto agli organi di stampa per denunciare presunte altrui inadempienze”. 

L’avvocato Ciambrone nel replicare al giudice Lucisano sottolinea invece di non voler “instaurare una sterile quanto poco nobile polemica”, rinnovando al presidente del Tribunale “l’invito a salvaguardare il prestigio dell’Ufficio giudiziario” e ricordando che alla sua istanza dell’11 dicembre 2012 in cui chiedeva un Collegio stabile ha risposto unicamente “il Procuratore di Vibo con nota del 15 dicembre 2012”, mentre “nessuna risposta si è avuta dal Tribunale vibonese”. Ciambrone precisa infine che l’assenza di ieri dall’aula è stata “voluta per evitare all’Asp di corrispondere onorari e spese di viaggio per un’udienza di mero rinvio, in quanto già a mia conoscenza come a tutti i colleghi assenti e difensori degli imputati, che per l’ennesima volta non si sarebbe celebrato il processo per incompatibilità di un giudice del Collegio, come poi avvenuto”.
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