X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

MELFI – I tre operai dello stabilimento di Melfi  della Fiat, Giovanni Barozzino (ora senatore Sel), Antonio Lamorte e Marco Pignatelli – licenziati nel 2010 e reintegrati definitivamente in seguito alla sentenza della Cassazione del luglio scorso – sono ritornati  in fabbrica.

Alle ore 8 in punto, accompagnati fino ai tornelli dal segretario lucano della Fiom, Emanuele De Nicola, e dal legale del sindacato, Lina Grosso, i tre hanno varcato i cancelli della Fiat, e sono rimasti all’interno della fabbrica fino alle 11.30, per essere sottoposti alle visite mediche di rito e per ricevere nuovamente il cartellino.

Barozzino, uscendo dallo stabilimento, ha inoltre spiegato che “deciderà insieme ai legali della Fiom e a chi lo ha sostenuto in questi tre anni” se tornare questa  sera sulla linea di produzione”. Anche a Pignatelli è stato assegnato il turno di questa  notte: “Inizio con la notte – ha detto – sarà sicuramente faticoso, ma sono davvero molto contento”.

Riprenderà invece a lavorare martedì prossimo, con il turno di pomeriggio, Lamorte: “Non vedevo l’ora di lavorare – ha detto – devo aspettare ancora un pò, ma l’importante è che tutto si sia risolto”.

“Questi tre anni sono stati durissimi, una situazione assurda che non auguro a nessuno, nemmeno a quelli che hanno fatto questa cosa, ma siccome ho sempre creduto nel futuro voglio pensare che da oggi tutta la vicenda finisca e si torni ad avere rispetto uno dell’altro, perchè’ ne è mancato di rispetto”. Ha detto  Barozzino al quale ha fatto eco Lamorte:  “Questi tre anni sono stati anni difficili perchè siamo stati sottratti anche al rapporto umano con i colleghi che ci hanno sempre sostenuto. Ho avuto anche problemi di salute gravi, quindi e” stato veramente difficile. Difficile perchè essere accusati di sabotaggio, accusa che come è stato dimostrato nei tribunali era del tutto inventata, non è facile. Siamo fiduciosi che arrivi anche l’assoluzione sull’altro procedimento penale ancora in corso, che si faccia chiarezza. E’ come se io tamponassi una persona e quella mi dice che penalmente c’è stato un tentato omicidio. Ma se noi siamo stati assolti, che il tamponamento non c’è proprio stato, come è possibile che sia accusato di tentato omicidio?  Ovviamente non ci sottrarremo al giudizio e dimostrare di non aver commesso nulla”. “Spero non sia cambiato nulla da quando sono andato via – ha detto infine Marco Pignatelli – è come se oggi fosse il mio primo giorno di lavoro, come se fossi qua per la prima volta”.   “Non abbiamo mai perso il contatto con i lavoratori – ha proseguito Barozzino – abbiamo un rapporto intenso, noi della Fiom siamo stati sempre attenti ai temi del lavoro, e questo gli operai l’hanno capito da subito. Non si può spezzare perchè qualcuno decide che tu non puoi fare l’ Rsa, l’Rsu. Tra di noi c’è sempre stato un bel rapporto e continuerà ad esserci.  Noi per lo stabilimento di Melfi chiediamo, da troppo tempo, un piano industriale, un piano che dia garanzie di un futuro. Voglio ricordare – ha detto ancora – che questi lavoratori, questo stabilimento, hanno dato  tanto al gruppo Fiat, hanno raggiunto risultati impensabili. Credo che il rispetto vada dato soprattutto agli operai che ci lavorano”.  

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE