CATANZARO – Minacce, aggressioni, ritorsioni. I ragazzi della “Catanzaro bene” acquistavano la droga e poi subivano vessazioni di ogni genere. Mercato dello spaccio era l’area dei giardini di San Leonardo, storico punto di ritrovo per i giovanissimi catanzaresi. Da Domenico Canino, 19 anni, ma con un fascicolo di precedenti molto corposo, si poteva comprare soprattutto marijuana, ma anche hashish. La piazza della zona nord della città era la sua. E per tenere l’egemonia, Canino avrebbe anche assoldato alcuni giovani extracomunitari, ai quali era delegato il compito di minacciare e picchiare quanti potevano creare problemi o non pagavano la merce.
L’operazione portata a termine dalla squadra Mobile della Questura di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti, ha permesso di svelare uno spaccato della città inquietante. Un diciannovenne violento capace di assoggettare chiunque. “Nel volto dei ragazzi che abbiamo sentito in Questura – ha detto Ruperti in conferenza stampa – ho visto il terrore”. In manette è finito anche uno degli scagnozzi di Canino, Farid Hamdi, tunisino di 19 anni anch’egli già noto alle forze dell’ordine, che questa estate era finito in manette anche con l’accusa di tentato omicidio. Le contestazioni mosse ai due giovani, a vario titolo, vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti, fino alle estorsioni e al tentato omicidio. In un caso, infatti, un ragazzo ha rischiato di morire dopo l’ennesima aggressione subita. E’ accaduto il 28 gennaio scorso, quando un controllo delle forze dell’ordine aveva portato al sequestro di alcune dosi di droga occultate nella zona dei giardini. Stupefacente nascosto da Canino, il quale sospettò che qualcuno avesse lanciato una soffiata agli inquirenti. Da qui la decisione di pestare a sangue un ragazzo. Contro di lui, in piazza, in pieno giorno, partì una spedizione punitiva. Armati con spranghe di ferro, il ragazzo venne ridotto in fin di vita. Ricoverato in ospedale con un forte trauma cranico e una ferita alla testa cucita con oltre trenta punti. Il referto parlava di una caduta dalle scale, ma le indagini della polizia hanno potuto ricostruire l’aggressione e contestare il tentato omicidio.
“Abbiamo registrato l’atteggiamento responsabile e caratterizzato da forte senso civico da parte delle famiglie e degli stessi giovani vittime delle violenze”, ha detto il questore Guido Marino. L’indagine, infatti, è partita dalla denuncia di una madre che, in poco tempo, aveva visto sparire da casa oggetti preziosi e denaro contante. Passo dopo passo il figlio della donna ha ammesso di avere rubato tutto per aiutare un amico in serie difficoltà. Dichiarazione risultata vera. L’amico del giovane era rimasto in debito con il gruppo di Canino, subendo minacce e ritorsioni. La polizia è riuscita a ricostruire anche in questo caso l’accaduto, recuperando anche alcuni degli oggetti preziosi che erano stati venduti nei “Compro oro”. Da qui l’avvio dell’indagine, con le dichiarazioni di diversi giovani che comparavano lo stupefacente, spesso anche in credito, ma poi finivano in un vortice di violenze. Quando i poliziotti si sono presentati in casa di Canino per arrestarlo hanno anche rinvenuto 85 grammi di marijuana nascosti dietro un vecchio frigorifero. “L’operazione è la conferma che Catanzaro non è un’isola felice – ha sottolineato il questore – ma richiede attenzione, perché in questo caso non c’è nulla di micro, questa è vera e propria criminalità”.
Per il capo della Mobile, “c’era nei giovani che abbiamo interrogato un terrore di natura psicologica rispetto all’aguzzino e al suo complice. A 19 anni Canino ha già gravi precedenti, con Hamdi che minacciava le vittime puntando loro i coltelli o aggredendoli fisicamente. I ragazzi che hanno subito queste violenze, spinti dai loro genitori, hanno dato un quadro vasto del fenomeno. In queste condizioni – ha concluso Ruperti – se questi giovani non chiedono aiuto finiscono in un gioco molto più grande di loro”. Per quanto riguarda le tre estorsioni contestate, si tratta di aggressioni nei confronti di giovani che avevano acquistato lo stupefacente senza pagare, subendo poi minacce e ritorsioni. Anche in questi casi, erano spuntati i coltelli e le vittime erano state colpite da bottiglie di vetro. L’ordinanza di arresto è stata firmata dal gip Pietro Scuteri, su richiesta del pm Vincenzo Russo.