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CARBONIA, 24 SET – Risolto dopo sei mesi il mistero del cadavere trovato nelle campagne di Carbonia, lo scorso 17 marzo. Si tratta di Domenico Carchidi, nato a Lamezia Terme (Catanzaro) 49 anni, residente a Carbonia ma senza fissa dimora.
La conferma è arrivata ieri al termine degli esami che hanno effettuato i Ris di Cagliari attraverso la comparazione del Dna prelevato dai resti dello scheletro dell’uomo e quello dei familiari.
Nello specifico un campione prelevato dalla sorella giunta a Carbonia e uno dalla madre a Lamezia Terme. Operazione che ha interessato anche i carabinieri della Stazione calabrese.
A denunciare la scomparsa dell’uomo, da tempo in Sardegna, era stata la madre che nel maggio del 2012, non avendo più notizie del figlio, aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine. Scomparsa di cui si era occupata anche la trasmissione della Rai “Chi l’ha visto”.
La svolta alle indagini il pomeriggio del 17 marzo scorso quando nelle campagne della zona di Barbusi era stato individuato lo scheletro, smembrato e in avanzato stato di decomposizione. Non essendo stato possibile allora identificare la vittima, dallo scheletro erano stati prelevati due denti per effettuare l’analisi del dna. L’esame biochimico portato avanti dagli specialisti del Ris di Cagliari ha permesso quindi di arrivare all’identità del cadavere. 

CARBONIA – Risolto dopo sei mesi il mistero del cadavere trovato nelle campagne di Carbonia, in Sardegna, lo scorso 17 marzo. Si tratta di Domenico Carchidi, nato a Lamezia Terme 49 anni fa, residente a Carbonia ma senza fissa dimora. La conferma è arrivata ieri al termine degli esami che hanno effettuato i Ris di Cagliari attraverso la comparazione del Dna prelevato dai resti dello scheletro dell’uomo e quello dei familiari.

Nello specifico un campione prelevato dalla sorella giunta a Carbonia e uno dalla madre a Lamezia Terme. Operazione che ha interessato anche i carabinieri della Stazione calabrese. A denunciare la scomparsa dell’uomo, da tempo in Sardegna, era stata la madre che nel maggio del 2012, non avendo più notizie del figlio, aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine. Scomparsa di cui si era occupata anche la trasmissione della Rai “Chi l’ha visto”.

La svolta alle indagini il pomeriggio del 17 marzo scorso quando nelle campagne della zona di Barbusi era stato individuato lo scheletro, smembrato e in avanzato stato di decomposizione. Non essendo stato possibile allora identificare la vittima, dallo scheletro erano stati prelevati due denti per effettuare l’analisi del dna. L’esame biochimico portato avanti dagli specialisti del Ris di Cagliari ha permesso quindi di arrivare all’identità del cadavere. 

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