CATANZARO – Un’odissea senza fine. Vinta una battaglia ora ad Attilio Renzulli tocca vincere la guerra. Eppure lui, luminare della medicina arrivato a Catanzaro nel 2000, non molla, anche se al danno, questa volta, si aggiunge la beffa. A seguito del giudizio della commissione medica di verifica, che ha dichiarato la totale e piena idoneità del professore, rimosso dall’incarico attravero una manovra aziendale che, proprio in un’intervista al “Quotidiano della Calabria” Renzulli definì sbagliata, e nonostante l’atto di diffida notificato solo qualche giorno fa dall’avvocato Francesco Pitaro, l’azienda Mater Domini non solo non ha reintegrato Renzulli ma lo stesso, è stato, con nota del 20 settembre, convocato dal medico competente per essere sottoposto ad altro accertamento sanitario. Che, a giudizio di Renzulli e del suo legale, mai si dovrà tenere.
Alla convocazione il legale del professionista ha risposto, infatti, con un secondo atto di diffida con cui viene chiesto al medico competente di “prendere atto del verbale della commissione medica di verifica, già peraltro in suo possesso, entro e non oltre 24 ore dall’accertamento fissato per la data del 24 settembre” e al direttore generale “alla luce della idoneità totale e completa, dichiarata dalla commissione medica di verifica con provvedimento del 27 agosto, nonché della cessazione dell’efficacia delle sospensione cautelare, per decorso del termine, a reintegrare entro e non oltre tre giorni dal ricevimento del presente atto Renzulli nell’attività medico/assistenziale, all’interno del reparto della cardiochirurgia della Mater Domini, e nel ruolo di primario della cardiochirurgia”.
“Con avvertenza – si legge nell’atto di diffida presenato dall’avvocato Pitaro – che, in mancanza, sarà proposto altro esposto/querela, integrativo di quello già depositato, contro tutti coloro che hanno continuato a tenere fuori dal reparto Renzulli. Con avvertenza, inoltre, che Renzulli proporrà autonoma azione per danni, derivanti anche da mobbing, anche personalmente nei confronti di tutti i soggetti che hanno adottato gli illeciti e lesivi atti de quibus”.