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POTENZA – «Quello che facciamo è tanto ma non basta, si potrebbe fare molto di più». Se solo ipermercati, alimentari o ristoratori si mettessero insieme e ci fossero più volontari disposti a dare una mano. Leonardo Martinelli, della parrocchia di Santa Maria, spera pertanto che l’appello lanciato qualche giorno fa da “Il Quotidiano della Basilicata” ai vari esercenti del settore a fare rete per ostacolare lo spreco di cibo e fare qualcosa di concreto per i più bisognosi, sia accolto da più persone. dopo una piccola indagine, infatti, era emerso che anche a Potenza, in linea con le altre città italiane e i paesi occidentali in genere, si sprecano enormi quantità di cibo, specialmente in bar, ristoranti, pub e pizzerie.
In tanti, intervistati, hanno dichiarato di gettare gli avanzi nella pattumiera o di darli a cani e gatti. Se Gambero Rosso ha dichiarato pubblicamente di voler in qualche modo aderire a una eventuale rete di esercenti, promossa da Il Quotidiano della Basilicata, che offra i resti dei pasti a chi un pasto non può permetterselo, la parrocchia di Santa Maria vuole diffondere la propria buona pratica al fine di ampliarla e perché no, esportarla . Da circa tre mesi il gruppo delle Vincenziane della Caritas diocesana raccoglie i prodotti in scadenza da un grande ipermercato della città per offrire la spesa a circa 60 famiglie potentine in difficoltà economiche, parrocchiali e non. Pasta, biscotti, salse, frutta, verdura, yogurt e surgelati. Mancano latte, olio e omogeinizzati, molto richiesti. ogni giorno Leonardo va a ritirarli e ogni giorno, a turnazione, le famiglie vanno a prendere la spesa in parrocchia.
«Per sopperire alla mancanza di determinati alimenti – dice Leonardo – ci vengono incontro gli altri parrocchiani, che la domenica dopo la messa portano qualcosa ma non é sufficiente. Ci siamo messi in contatto con qualche altro supermercato ma non é servito, almeno a oggi. se riusciamo a trovare qualche altro volontario forse possiamo almeno collaborare con un bar della città che si è detto disposto a darci ciò che avanza a fine serata,a chiusura». Sembra che anche altre parrocchie abbiano questo servizio. Ognuna un po’ per conto proprio. Se solo si riuscisse a creare una catena, di solidarietà ma anche “umana”, forse davvero in una piccola città come Potenza si potrebbero risolvere alcuni problemi, dalla riduzione dei rifiuti a quella del disagio sociale.
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