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BRANCALEONE – Un grosso mattone, pesante all’incirca otto chili: è il corpo contundente con il quale è stata uccisa Tatiana Kuropatyk, la quarantunenne ucraina violentata e assassinata ed il cui cadavere è stato bruciato da un rom, Gianluca Bevilacqua, di 21 anni, che si è autoaccusato del delitto. Il mattone utilizzato per l’omicidio è stato trovato a pochi metri dal luogo dove è stato rinvenuto il cadavere della donna.
Nella giornata di venerdì, i carabinieri avevano effettuato un nuovo sopralluogo sulla spiaggia di Brancaleone dove è stata uccisa Tatiana. C’erano i militaridel Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco insieme ai magistrati della Procura di Locri ed a Gianluca Bevilacqua. Il sopralluogo, secondo quanto si è appreso, è finalizzato a ricostruire la dinamica dell’omicidio. Bevilacqua, infatti, è stato portato sul luogo del delitto per consentirgli di illustrare sul posto tutti i momenti relativi all’aggressione, alla violenza ed all’incendio del cadavere.
Gli inquirenti, infatti, stanno raccogliendo tutti gli elementi finalizzati a riscontrare il racconto fornito dal giovane. In particolare è stata incentrata l’attenzione sul periodo di tempo intercorso dal momento in cui il ventunenne è tornato a casa a quello in cui è tornato sul luogo dell’omicidio per bruciare il cadavere della donna. L’autopsia, svoltasi nei giorni scorsi e durata circa nove ore, dovrà chiarire se la donna, al momento della violenza sessuale, fosse già morta o solamente tramortita a causa del colpo alla testa infertole da Bevilacqua.
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