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POTENZA – Davvero troppi incidenti. Nelle ultime settimane il numero di incidenti è cresciuto e, purtroppo, anche le vittime. E queste morti si registrano soprattutto su quelle che vengono (a ragione, evidentemente), considerate delle arterie pericolose.
Incidenti – commenta Domenico Palma, segretario Feneal-Uil Basilicata – «che ci impongono una priorità: la ripresa dell’azione sindacale nel comparto delle costruzioni. Morti che non possono far inserire tra le priorità quella della sicurezza stradale, rispetto alla quale la somma complessiva stanziata dal Governo a favore dell’Anas, a valere sul “Decreto del Fare” , pari a 35 milioni di euro, per interventi in Basilicata, non può essere considerata esaustiva».
«Siamo stanchi di “tragedie annunciate” – continua Palma – Nel marzo 2011, in occasione del cedimento del “viadotto Calciano 2” sulla SS 407 Basentana, lanciammo l’allarme e a distanza di più di due anni dobbiamo registrare che la situazione è stata solo “tamponata». Quel viadotto «è diventato il simbolo della situazione in cui versano le infrastrutture viarie principali (per non parlare di strade provinciali e comunali) della nostra regione. Da tempo l’Anas di intesa con strutture specifiche dell’Enea di Frascati-Roma ha realizzato un piano di monitoraggio di viadotti e importanti collegamenti viari, in particolare, in parti del tratto calabrese dell’A3 Sa-Rc territorio che, come è noto, è classificato ad “alto rischio di dissesto idrogeologico” e a rischio sismico. Quanto accaduto solo qualche settimana fa impone di estendere l’attuazione del programma anche sulle principali strade lucane. Si tratta di un programma di interventi che non solo è tra i più avanzati tecnologicamente e quindi all’avanguardia ma che potrebbe accrescere l’occupazione di giovani laureati presso il Centro Enea di Rotondella. Come sindacato dei lavoratori edili siamo convinti che è necessaria una particolare attenzione da parte delle Pubbliche Amministrazioni come di progettisti e tecnici incaricati per i lavori che dovranno essere eseguiti a breve, medio e lungo termine. Il piano straordinario di manutenzione del territorio che abbiamo proposto si basa essenzialmente su nuove tecnologie moderne di lavori pubblici e apre il fronte occupazionale anche a nuove figure professionali di cui i nostri cantieri hanno assoluto bisogno, costruendo un sistema di cooperazione tra pubbliche amministrazioni, imprese, università, centri di ricerca e scuole di alta formazione. In proposito gli Enti di formazione, su iniziativa congiunta Ance-sindacati hanno un ruolo fondamentale da svolgere. Intendiamo dunque rilanciare la mobilitazione unitaria dei lavoratori edili: visto il perdurare della pesantissima crisi che sta travolgendo il settore viene chiesto al Governo un piano straordinario di misure e investimenti capaci di far riprendere l’edilizia e nello stesso tempo di far ripartire l’economia del Paese. Quelle varate finora dal Governo e all’esame del Parlamento, sono “misure efficaci in un momento di normalità, ma assolutamente inadeguate a fronteggiare una crisi come quella che sta investendo il settore e che non accenna a diminuire. Da Bari, dalla Fiera del Levante, il Presidente Letta ha rilanciato l’impegno meridionalista del Governo riscuotendo consensi politici bipartisan. Ma senza infrastrutture e innanzitutto strade sicure e treni veloci non ci può essere sviluppo al Sud ed aggiungo lavoro».
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