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PISTICCI – Nuova puntata dell’interminabile braccio di ferro per il tribunale di Pisticci. Ieri, con l’entrata in vigore della normativa che sopprime le sezioni distaccate e quindi anche la sede pisticcese, l’amministrazione della giustizia del tribunale accorpante, a partire dal presidente Attimonelli Petraglione, aveva nuovamente disposto la ripresa del trasferimento di materiale dalla sezione ormai chiusa, a cominciare da alcuni computer nel comparto penale: una scena scongiurata il giorno precedente dalla protesta dell’amministrazione comunale che si era anche avvalsa di un trattore.

Ieri mattina, invece, c’è voluta tutta l’energia del sindaco Di Trani che con un intervento deciso ha di fatto impedito l’inizio delle operazioni di trasferimento, dando subito dopo vita, assieme al suo vice Albano, ad un presidio di protesta nel corridoio del primo piano del tribunale, che aveva fatto seguito ad una sorta di blocco di piazza Umberto I, al fine di impedire materialmente il trasporto dei computer e, probabilmente, anche dei restanti faldoni del penale.

La ragione è quella già esternata il giorno prima ed estrinsecata, fra l’altro, in un’apposita delibera di giunta comunale. Di Trani l’ha ribadita: «Stiamo attendendo che il Ministero della Giustizia valuti la situazione di Pisticci dopo aver riaperto i faldoni relativi al nostro caso, in seguito all’incontro che ho avuto con il Ministro Cancellieri. Pertanto, ci sembra logico che, in attesa di una risposta da Roma, qui a Pisticci non si tocchi nulla».

La disposizione dell’amministrazione di giustizia, tuttavia, era di altro avviso, ed il funzionario aveva il mandato per realizzare un trasferimento che, in termini di legge, era del tutto giustificato, molto meno in termini di opportunità e tempistica. Sul posto si sono recati gli uomini delle forze dell’ordine, Polizia di Stato e Carabinieri, mentre i corridoi del tribunale andavano riempiendosi di cittadini in protesta. Ma prima di una eventuale escalation è stata provvidenziale la mediazione del Prefetto di Matera che, come ha riferito lo stesso sindaco, a seguito di una proficua interlocuzione con il presidente del tribunale ha sostanzialmente fatto slittare la data del trasferimento di computer e faldoni al prossimo martedì. Fino ad allora si potrà attendere senza ulteriori colpi di scena l’eventuale e tanto agognato responso romano. Preso atto delle rassicurazioni ottenute, il sindaco Di Trani, nel pomeriggio, ha interrotto il presidio.Nel frattempo la politica regionale, a Potenza, dava sostanziale conferma di quanto proprio Di Trani va lamentando da tempo, ovvero la scarsa considerazione per il territorio di Pisticci. “Amministratori, consiglieri regionali e rappresentanti degli avvocati hanno occupato la sala riunioni della giunta regionale della Basilicata, a Potenza, per protestare contro la chiusura del tribunale di Melfi (Potenza), e per chiedere un tavolo di confronto con il ministero della Giustizia”, recitava un’Ansa del primo pomeriggio, mentre  Basilicanet annunciava alle 13.15 che “il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo sta contattando in queste ore il sottosegretario di Stato Giuseppe Berretta per chiedere un tavolo di confronto con il Ministero di Giustizia Annamaria Cancellieri sulla chiusura del Tribunale di Melfi”. Di Pisticci nemmeno l’ombra. Sul suo tribunale nemmeno una parola. Certo è una situazione diversa, Pisticci è una sezione distaccata, ma anche la richiesta è diversa ed è molto meno impegnativa: si chiede soltanto una proroga a (massimo) cinque anni come “stanza” della sede centrale di Matera, una proposta fondata (avanzata non dal Comune, ma dalla stessa presidenza) sulla quale, tuttavia, nessuno è disposto a spendere un “mi piace”, nemmeno in tempi di campagna elettorale.

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