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POTENZA – Sarà Laura Triassi a guidare “ad interim” la Procura di Potenza fino alla nomina del nuovo procuratore capo da parte del Csm. Lo ha deciso il procuratore generale Massimo Lucianetti in vista dell’accorpamento degli uffici melfitani.
La conferma della Triassi è avvenuta per garantire la continuità nelle operazioni di riorganizzazione dell’ufficio requirente, già avviate negli scorsi mesi proprio sotto la sua direzione. Una motivazione attuale e molto concreta, considerata prevalente rispetto al dato oggettivo della maggiore anzianità di servizio del collega Renato Arminio, in arrivo proprio oggi dalla città federiciana.
Lucianetti ha inviato nei giorni scorsi comunicazione del suo provvedimento a Palazzo dei marescialli dove l’organo di autogoverno delle toghe dovrebbe esprimersi sulla questione. Sempre che prima non venga individuato il successore del procuratore Giovanni Colangelo, partito da Potenza per assumere la guida della procura di Napoli da oltre un anno. Nel qual caso ogni pronuncia sarebbe già di fatto superata.
La nomina, in realtà, non è attesa prima della fine del prossimo inverno, dato che dovrebbe rientrare in una complessa composizione di caselle lasciate scoperte dai recenti avvicendamenti nei maggiori Tribunali del sud Italia. L’ultimo è quello di Salerno da dove è partito il procuratore capo Franco Roberti, incaricato di succedere a Piero Grasso alla guida della Direzione nazionale antimafia.
Chi correrà per un posto di prestigio nella città del principato non è stato ancora reso noto. Ma è chiaro saranno pressappoco gli stessi che competono anche per Potenza: campani, lucani e pugliesi, che a loro volta si stanno già contendendo l’ufficio lasciato libero dal tumultuoso trasferimento di Antonio Laudati dal capoluogo di San Nicola.
Tra i magistrati che da mesi passano per i più quotati per ricoprire il vertice della procura potentina, sono infatti diversi quelli che non esiterebbero in cambio di una sede più grande e prestigiosa come Bari. Tra quelli che a luglio hanno presentato domanda, c’è persino un lucano “doc” come Gianfranco Donadio, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia. Ma con lui anche un napoletano come l’attuale procuratore di Ariano Irpino, Luciano D’Emmanuele, e il più “forte” tra tutti, stando ai più bene informati, quel Francesco Mandoi, oggi in forza come sostituto alla Dna, che già negli anni ‘90 è stato in servizio a Potenza come sostituto.
Perciò niente di più probabile che al Csm la scelta del nuovo capo per il capoluogo pugliese acquisti la priorità, vista anche la mole e la delicatezza delle indagini e dei processi aperti in quella sede. Fatto ciò potrebbe definirsi la situazione di Potenza cosa che comunquesarà influenzata dalle nomination per la successione a Roberti a Salerno, dove a breve si attende l’apertura anche del nuovo Palazzo di giustizia.
Chi potrebbe lanciarsi lasciando la montagna per una vista sul golfo, oltre a quelli più accreditati per anzianità come Giancarlo Grippo (lucano doc ma ormai da tempo abituato al clima mite della collina cilentana), sono gli stessi Donadio e D’Emmanuele. Ma c’è da scommetterci che un pensierino molto serio lo farà anche il napoletano Giuseppe Borrelli, aggiunto di Catanzaro, più noto da queste parti per essersi occupato dell’inchiesta soprannominata “Toghe lucane bis”.
Per le toghe partenopee ci sarebbe anche il “palliativo ” di quattro posti da aggiunto nella procura guidata da Giovanni Colangelo, arrivato a Napoli proprio da Potenza a maggio dell’ anno scorso. A scanso di equivoci, si tratta di coordinare in media 12 sostituti. Questo è quanto spetta a un aggiunto da quelle parti. Mentre a Potenza, oggi, anche con l’accorpamento degli uffici melfitani, la procura può contare soltanto su 7 magistrati, e nei prossimi mesi è dato in partenza, sempre per il capoluogo campano, un altro pm, Sergio Marotta, titolare dell’inchiesta sui rimborsi del consiglio regionale assieme al collega Francesco Basentini, neo sposo e già pronto a sua volta con la valigia per una luna di miele prolungata lontano dalla sua città.
Dunque cosa farà l’ex gip della tangentopoli napoletana Laura Triassi, procuratore facente funzioni di Potenza ormai da più di un anno e tre mesi? Oggi, anche in forza della conferma appena ricevuta dal pg Lucianetti, non è più da escludere che punti con decisione a giocarsi fino in fondo le sue carte per il capoluogo lucano, incluso il periodo alla reggenza di una direzione distrettuale antimafia. Per quanto più piccola di tante altre. Non sarà facile ma se dovesse riuscire potrebbe diventare la prima donna ad assumere un ruolo del genere in tutta Italia. Un traguardo storico e simbolico per una regione come la Basilicata, oltre che un’ovvia soddisfazione personale.
l.amato@luedi.it
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