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MELFI – «Non  c’è stata giustizia nel caso Basilicata, con la soppressione del Tribunale di Melfi. La gente lo ha capito, é stato un atto di prepotenza contro una comunità che viene chiamata a pagare un prezzo a favore di un’altra comunità, quella di Lagonegro». A sostenerlo è il sindaco di Melfi, Livio Valvano. «Non c’è stata giustizia, nel modo in cui le forze dell’ordine hanno affrontato i cittadini che generosamente si sono offerti come scudo umano per evitare l’ultimo atto, all’ultimo momento, come sta accadendo altrove. Per coltivare la speranza, nella convinzione che in fondo da qualche parte del sottofondo della politica che alimenta le istituzioni, qualcosa che abbia il sapore della giustizia possa esserci, anche se all’ultimo momento. Affrontare fisicamente i cittadini, usando addirittura le mani a mo’ di intimidazione, è stato un gesto inutile e dannoso che ha caricato ulteriormente di significati la vicenda.

Il potere delle istituzioni e della giustizia è per sua natura violento. Per questo bisogna saperlo usare, con equilibrio; ci vuole equilibrio per dirigere le operazioni in mancanza del quale, come accaduto oggi (ieri ndr), lo Stato democratico decade.

Gli addetti ai lavori, a partire dal dirigente del Dipartimento del Ministero che sta li, a Roma, a guardia dell’attuazione di questo ingiusto e violento provvedimento, affinché non si tocchi nulla, perché per loro, cioè quel pezzo di magistratura, la politica non può e non deve decidere, fino alle forze dell’ordine, hanno il dovere di capire che qui, a Melfi, é stata fatta una porcata. Abbiano tutti più rispetto, come quello manifestato dai carabinieri e da alcuni agenti di polizia, per fortuna la maggior parte. Soprattutto coloro che vivono distanti dalla realtà, che vivono al di sopra della quotidianità dei normali cittadini e che irresponsabilmente ironizzano, sentenziano, senza rendersi conto dei danni che i cambiamenti ingiusti producono. Qui a Melfi lo Stato sta facendo ingiustizia. Un ripensamento é possibile. Dobbiamo avere assicurazioni che la Giustizia può prevalere – ha concluso Valvano –  magari ai tempi supplementari».

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