ROSSANO – «Quello che è stato deciso è il classico rimedio peggiore del male». Il procuratore capo facente funzione di Rossano, Eugenio Facciolla ha commentato in modo fortemente negativo la decisione di concedere una proroga di esercizio al tribunale per evadere le cause in essere senza però prevedere l’ipotesi di salvare in modo stabile il palazzo di giustizia dalla chiusura. In realtà, infatti, il problema, oltre ad essere quello di non salvare la struttura, risiede anche e soprattutto in un’altra evenianza. L’aver, infatti, vincolato l’apertura alla gestione delle cause in essere al 13 settembre, tanto civili quanto penali, comporterà che per tutte le cause successive a quella data e ricadenti nel distretto di Rossano sarà necessario andare a Castrovillari: «Saremo costretti a fare su e giù da Castrovillari – ha chiarito Facciolla – e quindi non serve a nulla e non risolve il problema», anzi potenzialmente o aggrava visto che sono da considerare i costi di questo andirivieni. Riguardo la situazione più complessiva Facciolla afferma di non vedere «alcuno spiraglio per la risoluzione della vicenda» e nell’incontrare i manifestanti che da giorni stanno protestando contro la chiusura del tribunale ha espresso loro i suoi ringraziomenti «per come sono stato accolto e per come si stanno comportando, lavorando lo stesso. Per loro ho grande stima, solidarietà ed apprezzamento».
Nel frattempo, il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti si è rivolto direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta ed al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri chiedendo ad entrambi di rivedere la riforma nella parte in cui si decide la chiusura del tribunale di Rossano. «Sento il dovere, quale Governatore della Regione Calabria – ha scritto Scopelliti – di ritornare sulla ben nota vicenda del Tribunale di Rossano. L’appresa notizia, dell’accresciuta tensione lungo la fascia del territorio ionico cosentino culminata con l’occupazione del Tribunale di Rossano e della strada statale 106 con notevole compromissione dello svolgimento delle attività lavorative produttive e sociali, mi induce, per doveroso senso di responsabilità, a ribadire e se possibile a formalizzare l’assunto impegno della Regione Calabria a far fronte con propri fondi di bilancio alle spese di gestione dello storico presidio di giustizia, assumendone i relativi costi da quali quindi sarebbe esonerato il Ministero di Giustizia».
Una proposta già fatta informalmente alcuni giorni addietro al ministro e che oggi Scopelliti formalizza in un documento ufficiale attraverso il quale spiega che «le ragioni che inducono a perorare la benevola attenzione delle SS.LL. sul mantenimento in vita del già citato tribunale, sono state ampiamente documentate e sicuramente giustificano, ancor più alla luce dell’assunto impegno finanziario, quanto meno la concessione di moratoria integrale per consentire adeguata valutazione nel biennio di osservazione».
Quindi, se proprio non si può salvare subito il tribunale quanto meno consentire che nel prossimo biennio tutte le cause siano discusse a Rossano, evitando così l’andirivieni da e verso Castrovillari, ipotizzato dal procuratore Facciolla, perché secondo Scopelliti «è solo alla fine del biennio che si potranno assumere definitive determinazioni corrette e motivate sulla soppressione o mantenimento in vita del suddetto ufficio giudiziario». Il tutto senza dimenticare che «il Tribunale di Rossano serve un notevole bacino di utenza con enormi difficoltà logistiche e con un elevato indice di criminalità sia comune che organizzata».