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MELFI – Era scaduto da un’ora l’ultimatum ai manifestanti contro la chiusura del Tribunale di Melfi, ed è partita la prima carica. Sono passati alle maniere forti gli agenti della polizia incaricati di garantire il trasloco dei fascicoli dal foro federiciano al Palazzo di giustizia del capoluogo.
Per il momento il bilancio sarebbe di una signora in ospedale, dove si è recata spontaneamente per farsi refertare un colpo subito (a quanto sembra una manganellata), e di un avvocato contuso (lui denuncia un pugno).
L’intervento degli agenti era nell’aria già da ieri sera quando ai manifestanti è arrivata la notizia della “fumata nera” dalla capitale dove l’incontro tra amministratori locali, parlamentari lucani e il guardasigilli Cancellieri si è concluso con un nulla di fatto. Nessuna proroga del trasferimento dei fascicoli né della chiusura del Tribunale prevista per domani sera. Soltanto una timida apertura a una rivisitazione del caso di specie nei prossimi sei mesi – a fatto compiuto – per verificare se siano stati commessi errori nell’applicazione della legge sul riordino delle circoscrizioni giudiziarie.
I manifestanti hanno mantenuto il presidio attorno al Tribunale per tutta la nottata e stamattina all’arrivo della polizia hanno opposto resistenza nonviolenta di fronte al suo incedere verso l’edificio, motivo per cui gli agenti li hanno dovuti rimuovere di peso per guadagnare l’ingresso posteriore.
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