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MENTRE a Melfi davanti al tribunale si innalzava il blocco popolare per evitare il traferimento dei fascicoli a Potenza, nel capoluogo gli amministratori della zona mettevano in atto la seconda parte della protesta. Duemila schede elettorali raccolte e consegnate al presidente del consiglio regionale, Vincenzo Santochirico: «La situazione – dice per tutti il sindaco di Melfi, Livio Valvano – è stata sottovalutata». Una battaglia, poi, che non è di un territorio, ma dell’intera Regione. «Pagherebbero tutti, Basti pensare al disagio che nascerebbe a Potenza, con un Palazzo di giustizia che non riuscirebbe a contenere tutto il personale di melfi, con il traffico, con l’allungamento dei tempi, la confusione».
Non si capacitano del fatto che sia stata concessa deroga a tante strutture nel Paese, ma non a quelle lucane (con Melfi il Governo ha soppresso anche il tribunale di Pisticci).
Proveranno a convincere il ministro della giustizia, Annamaria Cancellieri, oggi. La delegazione di amministratori, accompagnata da Santochirico, porterà le proprie ragioni.
Ieri, la breve discussione a viale Verrastro è servita a fare il punto. La delegazione era composta dai consiglieri regionali Nicola Pagliuca (Pdl) ed Ernesto Navazio (Gruppo Misto), dal presidente dell’ordine degli avvocati del foro di Melfi, Gerardo Di Ciommo, degli avvocati Gaetano Araneo e Donato Traficante, dei sindaci di Melfi, Livio Valvano, di Lavello, Sabino Altobello, e di Rapolla, Michele Sonnessa (quest’ultimo è anche presidente dell’Area Programma Vulture-Alto Bradano).
«La Regione – ha detto Santochirico – si è già fatta carico di sostenere le spese relative ai costi degli edifici giudiziari in luogo del ministero della Giustizia al fine di garantire la permanenza del Tribunale nel proprio comprensorio, ed è pronta ad ulteriori forme e modalità di sostegno, per evitare che la crisi fiscale dello Stato e la deriva contabile producano un corto circuito fra tagli alla spesa, democrazia, diritti e infrastrutture civili».
Quanto alla protesta popolare: «Alle inevitabili iniziative dei cittadini – ha aggiunto – le istituzioni devono rispondere con una sacrosanta battaglia per cambiare segno e impostazioni di manovre che corrono il rischio di dare il colpo di grazia a un tessuto economico e sociale già stremato e di sacrificare diritti di cittadinanza già intaccati. Per evitare trappole e utilità marginali, la Basilicata deve agire attraverso una posizione unitaria, senza lasciare nulla di intentato per mantenere intatto il reticolo giudiziario lucano e per contrastare un’agenda da far tremare i polsi: quello che è già successo ai comuni (riduzione dei Consigli e obbligo di gestioni associate) e alle circoscrizioni giudiziarie di Melfi e Pisticci è solo un anticipo».
Il rischio è che la «spending review approvata dal Governo Monti, per la Basilicata sia un uragano sul sistema sanitario, la scuola e le autonomie. Di fronte a questi rischi bisogna avere la forza di reagire e muoversi con una strategia consapevole ed unitaria ed una seria strategia riformatrice e di ricomposizione del mosaico istituzionale, tale da rafforzarne la capacità di contrattazione ai vari livelli, e rifuggendo da ogni forma di rifiuto della democrazia, come la restituzione delle tessere elettorali, che invece la indebolirebbero».
sa.lo.
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