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SI SONO VISSUTI I primi momenti di autentica tensione ieri sera davanti l’ingresso posteriore del tribunale di Melfi.
Il magistrato, Francesco Diliso alle 20 circa ha cercato di entrare all’interno del tribunale dove pero’ una delegazione degli avvocati del foro di Melfi ha cercato di ostacolarne l’ingresso.
Il magistrato pugliese nativo di Bitonto, sostituto procuratore della Repubblica, ha così chiesto l’intervento dei carabinieri che si sono immediatamente recati sul posto.
Dopo una lunga discussione al magistrato, a Melfi dal 2011′, e’ stato concesso di varcare il cancello del tribunale anche grazie alla sapiente mediazione dei militari dell’Arma della compagnia di via, Foggia.
La sensazione e’ che si tratti delle prime tensioni, inevitabili, in simili circostanze.
Da ieri enormi trattori stazionano in piazza Federico II mentre le prime tende per trascorre la notte sono state aperte proprio davanti il cancello posteriore del palazzo di giustizia da dove il magistrato, Dilisio chiedeva di entrare.
La citta’ si mobilita, il tribunale ora e’, sebbene pacificamente, presidiato in tutta l’area. Nonostante uno scroscio di pioggia caduto sulla città, ieri sera gli avvocati non hanno interrotto la pacifica protesta, anzi con una cucina da campo si provava a cucinare pasti caldi per tutti.
Il presidente del consiglio dell’ordine chiama tutti a raccolta dal momento che: “abbiamo ancora il tempo necessario per salvare il nostro tribunale – spiega l’avvocato, Gerardo Di Ciommo – ed occorre farlo in modo pacifico ma fermo”.
Il pm Renato Arminio si è messo dalla parte dei manifestanti: «E’ un periodo di storia che si chiude con grande mestizia. Il paese sicuramente si impoverirà ed è commovente la presa d’atto di questa gente che sta procedendo. Speriamo che l’incontro di domani (oggi per chi legge) ci porti qualche novità di conforto, ma per adesso le prospettive non sono per niente confortanti. Dico al comitato che sono con loro, sono vicino a loro, come del resto tuta la magistratura, per questa dignitosa manifestazione di protesta che però non debordi in condotte antigiuridiche perchè noi dobbiamo anche osservare le leggi e le norme di ordine pubblico. Chiedo la calma a tutti»
COMITATO PRO RENZI – In un momento così delicato per la popolazione Lucana, un’ulteriore stangata colpisce il nostro territorio, il Vulture Melfese. Il 13 settembre il governo ci scipperà un grande presidio di legalità di quest’area, il Tribunale di Melfi- dice in una nota il comitato Melfi per Renzi – un presidio con 150 anni di attività e fondamentale in uno dei territori più importanti della Lucania, sede di uno stabilimento Fiat, di un carcere di massima sicurezza, ad alto rischio criminalità. La chiusura del Tribunale di Melfi avrà una ricaduta economica, sociale e culturale non indifferente. In questo contesto- aggiunge – la politica lucana non ha fatto tutto ciò che era in suo potere per scongiurare la chiusura scaricando la colpa su governo nazionale, senza reale volontà di incidere. Eppure la Basilicata ha tanti suoi conterranei con ruoli di massimo rilievo del Governo e Parlamento. Il Comitato di Melfi per Renzi – conclude la nota – prende atto di tutto ciò ed invita i cittadini di Melfi e dell’intero Vulture – Melfese ad astenersi alle primarie del centrosinistra del 22 settembre in segno di massima protesta contro chi, anche potendo, non ha voluto contribuire ad evitare questa ingiustizia.
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