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LAVELLO – Una folla così non la si vedeva da tempo al Sacro Cuore. Ieri pomeriggio tutta Lavello si fermata per dare l’ultimo saluto a Regiane Sousa Martins, la ventottenne brasiliana morta dopo aver dato alla luce una bambina nell’ospedale di Melfi. Un lungo applauso ha fatto da corona alla salma una volta uscita dalla chiesa accompagnandola fino al carro funebre nei pressi dell’imbocco di via Roma.
Sullo sfondo il dolore composto e commovente di una famiglia alla quale è stata strappata una moglie, una figlia, una mamma. Fin dalle prime ore di ieri mattina la comunità di Lavello ha voluto rendere omaggio alla povera ragazza con un continuo e assiduo viavai all’obitorio del locale cimitero. Poi il corteo verso la chiesa del Sacro Cuore che sembrava davvero piccola nell’accogliere una folla del genere. Il parroco, don Angelo, ha parlato di amore e speranza nella sua omelia. «In tutti noi in questo momento – ha detto – c’è un sentimento di rabbia e di dolore, perchè non si può morire di parto nel terzo millennio: se c’è un colpevole, alla fine spero che paghi per quello che è accaduto». «Questa ragazza – ha continuato il sacerdote – seguiva sempre suo marito, e lo faceva con il sorriso sulle labbra, anche nel sogno di aprire una nuova pizzeria: eravamo praticamente vicini di casa, conoscevo bene i tanti progetti di questa coppia».
Ad ascoltarlo c’era anche il sindaco, Sabino Altobello e la sua giunta che hanno voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni alla famiglia per un lutto che ha colpito tutta la comunità. Intanto l’inchiesta va avanti. Dopo l’autopsia sul corpo della ventottenne brasiliana, si attende il referto che potrebbe fare finalmente luce sulla vicenda. La ragazza che era alla quarantesima settimana di gravidanza martedì mattina si era recata al nosocomio per una ulteriore visita. Le cose andavano bene al punto che i medici avevano fatto tornare a casa il marito. Poi qualche ora dopo la telefonata e l’inizio della fine. A seguito di una puntura per indurre al parto naturale, la situazione precipita. Prima uno shock anafilattico e la decisione di farla partorire con un cesario. La bambina nasce, ma per la povera Regiane le condizioni peggiorano a causa di una emorragia. Emorragia che la porterà alla morte intorno alle 23 dello stesso giorno. La famiglia a questo punto presenta formale denuncia e la Procura apre una indagine. Ovviamente gli occhi sono puntati sull’equipe che ha preso in custodia la ragazza. Giovedì mattina poi l’autopsia eseguita dal professor Luigi Strada. Tra una sessantina di giorni il responso. Da quelle carte si potrà capire se la povera Regiane è morta per una tragica fatalità, oppure per un errore umano.
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