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CROTONE – E’ un traffico di estremo valore. Concentrato in pochi giorni e capace di muovere decine e decine di imbarcazioni. E’ la nuova frontiera messa in piedi da bande organizzate, pronte a rivendere imbarcazioni rubate in Italia e all’estero. Un fenomeno in grande espansione soprattutto negli ultimi due anni. E’ questa la realtà dei furti di barche che sta interessando l’area a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone. 
L’ultimo ritrovamento dei carabinieri è avvenuto, ancora una volta, a Isola Capo Rizzuto. Si tratta del terzo gommone che, pochi giorni fa, è stato al centro di un rocambolesco inseguimento con una motovedetta della Capitaneria di porto, che aveva intercettato i tre natanti nei pressi di Steccato di Cutro (Crotone). I carabinieri della stazione di Isola Capo Rizzuto lo hanno trovato spiaggiato nei pressi del camping “Il Subacqueo” di località Marinella. Si tratta di un gommone di 5 metri, marca “Bat” modello “Cayman 510”, equipaggiato con un motore marca Suzuky di 70 cavalli, restituito al suo legittimo proprietario, libero professionista di origine veneta.
Gli ultimi ritrovamenti effettuati dai carabinieri sono un segnale positivo, sia nei confronti di chi il furto lo ha dovuto subire, sia per le organizzazioni criminali che operano nel settore.
Ma non per tutti è andata così. Anzi, in tanti hanno visto sparire il proprio natante, spesso pagato fior di quattrini, nel mezzo delle loro vacanze. E’ accaduto lo scorso anno ad un turista napoletano che ha raccontato al “Quotidianoweb” la sua disavventura. Un furto da ben 40mila euro, tanto valeva il natante. “Trascorro le mie vacanze in Calabria da 18 anni – ha detto – ma quello che è accaduto lo scorso anno rischia di incrinare i rapporti con questa meravigliosa terra. Questo fenomeno, infatti, penalizza notevolmente il turismo e offre una immagine non certo positiva per questa terra”. Anche l’imbarcazione del professionista napoletano è sparita dalla zona di Stalettì, nel catanzarese, ed anche in questo caso il furto è stato compiuto alla fine di agosto, quando c’è una escalation di furti di barche. “Il mio sospetto – ha aggiunto il turista – è che queste barche finiscano all’estero, grazie ad una organizzazione capace di prelevare i natanti e caricarli su grosse navi in transito”.
Un mercato clandestino redditizio, dunque, che vede la fascia ionica al centro del fenomeno. L’ultimo ritrovamento dimostra i collegamenti tra le due province. Anche quest’ultimo gommone era stato rubato a Stalettì, nei pressi del villaggio “Blanca Cruz”, ed anche in questo caso il furto è avvenuto il 24 agosto. Un meccanismo consolidato, su cui si è concentrata l’attenzione dei carabinieri e delle altre forze dell’ordine che, dopo quest’ultimo rinvenimento, hanno intensificato le indagini per risalire agli autori dei furti.  
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