3 minuti per la lettura
MELFI – Doveva essere una visita di routine. Già programmata da tempo. La gioia di mettere al mondo una creatura per Regiane Sousa Martins era tanta. Lei da tempo viveva in Italia accanto a Giuseppe, noto pizzaiolo di Lavello. La loro storia d’amore stava per essere coronata dalla nascita di una bambina.
Erano gli ultimi giorni prima del grande evento – la ventottenne era entrata nella quarantesima settimana – e dal Brasile, nazione di origine della ragazza, era venuta anche la mamma. Tutto andava per il meglio. Non si erano registrate particolari complicazioni.
Poi quella visita in ospedale ha fatto precipitare gli eventi. Martedì Regiane Sousa Martins nel nosocomio melfitano c’era andata con le proprie gambe accompagnata da Giuseppe. Nulla lasciava presagire la tragedia. I medici, stando al racconto dei familiari, avevano rassicurato il marito che era tornato sereno al lavoro. Verso le 11.30, poi, la telefonata dall’ospedale di Melfi: a seguito di qualche complicazione – gli dicono – la donna deve essere sottoposta a un parto cesareo.
Poco prima – ma la ricostruzione è al vaglio degli inquirenti – la donna sarebbe, invece, stata sottoposta a un parto indotto. Quindi un’iniezione per la stimolazione. Ma le cose non vanno per il verso giusto. Sia la donna che la bambina erano in debito di ossigeno. Da qui la decisione di intervenire con un cesareo. La donna partorisce la bambina. Ma non si riprende dallo shock anafilattico. Quindi viene trasferita in rianimazione. Poi un’ulteriore operazione. Ma cambia poco. Anzi.
Secondo quanto riferito dalla famiglia, la donna sarebbe stata sottoposta a un’altra operazione per l’asportazione dell’utero. Non c’è nulla da fare. Regiane quella bambina, che è stata chiamata Sabina (come la nonna paterna), non potrà mai abbracciarla. La donna è morta intorno alle 23 di lunedì. Qualcosa non è andato per il verso giusto. I familiari vogliono vederci chiaro.
Non si rassegnano all’idea che una ragazza di 28 anni, che tra l’altro aveva già dato alla luce un’altra bambina, possa morire in una circostanza del genere.
Del resto, come hanno confermato «stava bene e a Melfi ci è andata con le sue gambe».
«Non si può – dice Carmine Errichiello, suocero della ragazza – morire di parto nel 2013». «Soffriva di allergie – continua – ma tutto stava andando per il meglio». I familiari hanno sporto denuncia per l’accaduto al locale commissariato di polizia. La cartella clinica della ragazza è stata sequestrata e indagini sono in corso per accertare se ci sono state delle responsabilità.
Contestualmente anche l’Azienda sanitaria di Potenza ha avviato un’indagine interna per ricostruire l’accaduto ed eventualmente prendere dei provvedimenti. Intanto la Procura della Repubblica di Melfi è chiamata a fare chiarezza sulle cause della morte. Il pm di Melfi, Renato Arminio, ha disposto anche il sequestro della salma, su cui è stata disposta l’autopsia. L’esame autoptico è stato disposto per questa mattina. Sarà eseguito dal professor Luigi Strada. Intorno alle 9 le parti si incontreranno in Procura.
«La famiglia – spiega l’avvocato Giuseppe Colucci che insieme al collega Fabio Di Ciommo rappresenta la famiglia – vuole solo sapere se tutto è stato fatto nel modo giusto. Per noi questa morte è quantomeno anomala. Toccherà alla Procura fare luce sull’accaduto. Conosciamo il professor Strada e abbiamo fiducia nel suo lavoro. Questa famiglia doveva vivere un momento di gioia, invece si trova a piangere un morto. Chiedono giustizia per la povera Regiane».
g.rosa@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA