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CHE effetto possa avere il via vai di mezzi pesanti dal sito dove sta sorgendo il centro oli Tempa Rossa di Corleto Perticara su una piccola strada di campagna è facile da immaginare. Come pure i disagi per chi conduce un’attività che dipende da quella strada. Solo che a quanto pare chi di competenza non ne vuole proprio sentire. Ma è pronto a correre ai ripari non appena si rende conto che qualcuno potrebbe essere stato danneggiato sul serio.
E’ quanto lamenta Rocco Toce marito della titolare di un’azienda agricola faunistica, che opera come riserva privata di caccia e zona addestramento cani in contrada Valloni di Corleto Perticara. Poco distante da dove sorgerà l’infrastruttura fondamentale per il programma di estrazioni nella Valle del Sauro, 50mila barili al giorno di greggio, che in soldoni – ai prezzi attuali – fanno oltre 4 milioni di euro di fatturato al giorno. Chi legge il Quotidiano sa bene che nei mesi scorsi hanno preso il via i lavori per le opere civili necessarie per la costruzione dell’impianto vero e proprio: un cantiere stradale e da un cantiere per la preparazione del sito. Una commessa che nel 2008 era stata aggiudicata a una cordata di imprese locali ma l’anno scorso, a seguito della nota inchiesta giudiziaria, è stata riassegnata ai baresi della Aleandri spa e ai soci milanesi dell’Impresa Bacchi dopo una gara al ribasso a partire da 70 milioni di base d’asta.
Ora se l’oggetto della commessa è una strada che ogni giorno viene attraversata anche da altri mezzi oltre a quelli propri della ditta, ci si aspetterebbe un comportamento da buoni vicini invece per Toce non verrebbero rispettate nemmeno «le più elementari norme di sicurezza (…) al punto che la strada è stata più volte, senza alcuna comunicazione, arbitrariamente chiusa al transito dei veicoli».
Racconta che una volta aveva acquistato della fauna pregiata per un gruppo di cacciatori che ne aveva fatto espressa richiesta, ma tutto è andato a monte perché la strada sarebbe stata chiusa al transito per un tratto e impreaticabile nel tratto percorribile. Poi è stata è stata riaperta ma era talmente invasa di detriti che la sua auto e quella di un cliente ne hanno risentito.
Valeria Giorgio è una giovane praticante avvocato che ha preso a cuore la situazione. «Ciò che stà accadendo comporta notevoli ed ingenti perdite di danaro alle finanze dell’azienda e dimostra, per l’ennesima volta, come la prepotenza di un manipolo sia in grado di distruggere, giorno dopo giorno, attività su cui un tempo si basava la nostra economia». Denuncia al Quotidiano. «La questione è arci nota: purtroppo appare impossibile far convivere sul territorio il “progresso” e la tradizione, con la conseguenza che a discapito delle vacue promesse di occupazione, amore e rispetto per la nostra terra eccetera eccetera le piccole aziende, come tante altre della zona sono costrette a subire fino al punto di abbandonare i sogni sui quali si erano investiti tutti i risparmi di un’esistenza e ciò per far posto al nuovo padrone, avallato nelle sue angherie e prevaricazioni da istituzioni sorde e distratte incapaci, ahimé, di tutelare il territorio e la popolazione».
L’ultimo episodio? Nemmeno 24 ore fa, quando il signor Toce denuncia di esseresi imbattuto in «un cumulo di detriti presenti sulla strada e per non incapparvi ha avuto la sventura di incidentare per l’ennesima volta l’auto caduta in una buca di circa 40 cm, provocata con ogni probabilità dal continuo circolare sulla stessa dei mezzi pesanti». L’ha lasciata lì e si è fatto venire a prendere per tornare a casa, ma non prima di aver documentato tutto con una piccola macchina fotografica. Solo che all’alba quasi per magia l’asfalto sarebbe tornato come nuovo, e qualcuno si sarebbe anche preso la briga di spostare la sua auto per effetuare tutta l’operazione. Non c’è che dire. Sarà che a Tempa Rossa dopo tanti ritardi adesso c’è persino chi lavora la notte.
l.amato@luedi.it
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