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VENOSA- E’ venosino il più antico collaboratore presente a Roma di Madre Teresa di Calcutta. Fiero di questo riconoscimento ufficiale, Raffaele Pierro, un venosino trasferito a Roma che ha mantenuto saldi i rapporti con le sue radici lucane, ci racconta l’episodio. «La sera del 21 maggio, in occasione della visita del Papa alla Casa Dono di Maria, gestita dalle Suore Missionarie della carità di Madre Teresa, il Cardinale Angelo Comastri mi ha presentato a Papa Francesco dicendo: “Santità, questo è il più antico collaboratore di Madre Teresa” . Il Papa, interessato all’argomento, mi ha chiesto quando e dove l’avessi conosciuta. Emozionato, ho risposto che la conoscevo dal 1968, quando Madre Teresa operava a Tor Fiscale, nella periferia di Roma”.
A testimonianza di questa antica conoscenza, Pierro ci mostra una foto del settembre di 45 anni fa, che ritrae Madre Teresa a fianco di una Fiat 600, con la quale si muoveva dentro Roma per svolgere la sua missione. Ed è proprio questo rapporto profondo con Madre Teresa di Calcutta che spinge Raffaele Pierro a sostenere e divulgare progetti e programmi in corso di realizzazione in vista della Festa della Beata (il 5 settembre), esempio di fede forte e carità ardente, maestra del valore della dignità della vita umana. «Nel corso di uno dei tanti incontri con Giovanni Paolo II, Madre Teresa chiese al Papa “una fetta di terra del Vaticano per accogliere, anche nella casa del Papa, i poveri» – ci svela Raffaele Pierro- Anticipando alcune delle indicazioni di Papa Francesco, in quella “fetta di terra del Vaticano” è sorta la Casa Dono di Maria, che da 25 anni accoglie donne disagiate, che le suore tolgono dalla strada. Mercoledì 4 e giovedì 5 a Roma la Festa in onore di Madre Teresa che si conclude nella chiesa di S.Giovanni e Paolo con celebrazione eucaristica presieduta da mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma.
Una occasione che tanti fedeli vogliono cogliere per imprimere una accelerazione al processo di canonizzazione in corso «Sono tanti gli eventi miracolosi segnalati da ogni parte del mondo – ci dice Raffaele Pierro – Purtroppo sembra che nessuno di questi sia arrivato alla Congregazione che li deve esaminare. Noi fedeli aspettiamo fiduciosi. Madre Teresa aveva previsto questa situazione. Diceva, infatti: sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce a coloro che, sulla terra, vivono nell’oscurità”. Raffaele Pierro, settantenne, è uno dei soci più anziani dell’Associazione SS. Pietro e Paolo, costituita nel 1971 come ideale prosecuzione della disciolta Guardia Palatina d’Onore del Santo Padre. Compito di questa associazione, formata da soci «desiderosi di dare una particolare testimonianza di vita cristiana, di apostolato e di fedeltà alla Sede Apostolica» (come recita l’art. 1 dello Statuto) l’accoglienza dei pellegrini e dei fedeli durante le cerimonie liturgiche presiedute dal Sommo Pontefice. Per tutta la durata dell’Anno Santo, l’Associazione ha il compito di custodire la “Porta Santa”.Tra le attività che caratterizzano l’Associazione, quelle del settore “carità”, di cui Raffaele Pierro è stato tesoriere.
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