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POMARICO – Cominciate le prime attività della Casa della Cultura pomaricana che da qualche mese ospita un corso di scacchi per giovanissimi. Nata grazie ai fondi regionali destinati sul suolo pomaricano in virtù del lavoro del Gal Bradanica presieduto da Leonardo Braico e diretto dall’ex primo cittadino di Pomarico, Nicola Raucci, in realtà la struttura niente di nuovo presenta in quanto a locali e attrezzature ma almeno ha cominciato a ospitare qualche attività (all’intero della struttura poco era necessario rimettere a nuovo); la prima, dunque, quella proposta e attuata dal giovane Gianni Musillo, che col suo impegno, fornito tra l’altro a titolo gratuito, permette a diversi bambini d’imparare l’arte del gioco degli scacchi.
Ma non sarebbe possibile descrivere questo nuovo luogo, senza ricorrere alla storia dei locali ora messi a disposizione dall’amministrazione comunale guidata dall’attuale sindaco, Giuseppe Casolaro e che ai tempi del primo insediamento proprio di Casolaro erano in locazione al Circolo Arci “D. Dicanio” di Pomarico. Almeno fino a quando l’Amministrazione insediatasi, in verità come primo atto pratico dell’azione di governo che si sostituiva a quell’uscente targata per giunta Raucci, pensò d’immaginare per una delle stanze l’allocazione d’un ascensore per persone diversamente abili da dare in dotazione al Palazzo Marchesale. Cosa buona e giusta, certo. Peccato che mai fu realizzata in quanto l’idea non era praticabile. Senza inoltre considerare che per molte e molti bucare la volta del foyer dell’antico teatro del Palazzo non pareva un’idea troppo brillante. Comunque per sicurezza il Circolo Arci fu sgomberato. Casolaro sottoscrisse un’intesa mirata a sancire un diritto di prelazione dell’Arci sui locali, qualora l’ascensore non si fosse realizzata. Com’è d’altronde accaduto. Intesa raggiunta forse grazie alla pressione della solidarietà che l’Arci raccolse perfino dalla parte cattolica praticante del Comune. Insomma si voleva l’ascensore. Tanto che per anni le stanze sono state garage dell’autoveicolo di servizio della Polizia Municipale pomaricana. E da quest’anno almeno sede della Casa della Cultura. Dallo sgombero dell’Arci la mancanza d’aggregazione sociale è tangibile. Nonostante non tutti l’abbiano capito oppure vogliano capirlo.
Allo stesso tempo, anche per la sottrazione di spazi sociali, i problemi specialmente di giovani e giovanissimi sono visibilmente aumentati. Pure per questo motivo seguiamo con attenzione le attività e la vita in genere della Casa della Cultura. Consapevoli innanzitutto che se il nuovo corso della Pro Loco “E. Mattei” continuerà, risultanti soddisfacenti potrebbero arrivarne. Seppure la storia dei locali alla fine dice che si decise scientemente di privare il paese d’un soggetto attivo. Per destinare locali comodi all’automobile dei Vigili Urbani prima e a un contenitore ancora senza identità poi. Resta il fatto che davvero molte persone sono cresciute vivendo e formandosi all’interno d’uno spazio culturalmente avanzato: l’Arci pomaricano. Tanto che spesso ne raccontano con nostalgia. Invece quando è stata inaugurata la Casa della Cultura, contenitore nato su spinta solamente istituzionale, le premesse sono state parole di rito che dovrebbero garantire fiducia nella comunità. Si vedrà. Perché a nastro tagliato, Gal e Municipio dovrebbero giustamente farsi da parte.
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