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POTENZA – Ci sono comuni che restano un po’ lontani dai tradizionali percorsi turistici. Perché sono difficili da raggiungere o perché nessuno ha mai pensato di poterci trovare qualcosa di interessante. E invece, in questa piccola e spesso ancora sconosciuta regione, capita di trovare dei capolavori che mai ti saresti aspettato di trovare lì.

Come vecchie e nobili signore,  nascondono all’interno dei vecchi centri abitati straordinari gioielli architettonici, capolavori che fanno il giro del mondo ma della cui esistenza spesso noi lucani non sappiamo.

E si tratta di capolavori che necessitano di restauri, di interventi, di fondi che ormai nessun ente ha. E così, anche per dare a questi comuni qualche opportunità in più, nasce la prima edizione di Fata (Fuoco, Aria, Terra, Acqua), il festival itinerante che dal 1 al 22 settembre trasformerà in contenitori di eventi luoghi sacri, castelli e pinacoteche. E sono previsti concerti e presentazioni di libri, ma anche degustazioni, sapori tipici di una terra e di una identità, quella delle popolazioni del Vulture e dell’Alto Bradano.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina nelle sale della Provincia di Potenza da Francesco Pietrantuono (assessore provinciale alla Cultura) e Giovanna D’Amato (presidente dell’Ateneo Musica Basilicata). Al tavolo anche i rappresentanti istituzionali dei comuni coinvolti, Palazzo San Gervasio, Ripacandida, Genzano di Lucania, Venosa e Monticchio. E una rappresentanza dell’Unione regionale cuochi lucani, che ha sostenuto l’iniziativa concretamente: saranno loro a deliziare i partecipanti con i sapori tipici di quelle terre: «per noi la cucina è un concerto e vi faremo assaggiare le nostre opere migliori».

Tanti soldi non ce ne sono, precisa Pietrantuono, ma questo festival è comunque un’occasione: quella per tenere insieme le emergenze architettoniche con la nostra identità. E poi quest’anno ricorre il 400° anniversario della morte di Gesualdo da Venosa, madrigalista, innovatore musicale «che nulla ha da invidiare a Giuseppe Verdi», come spiegato da D’Amato. Così, «mettere sotto la lente proprio questo territorio e farlo nel periodo autunnale, significa anche voler riscoprire un nostro “genius loci”. Gesualdo diventerà così il nostro protettore laico».

E infatti il simbolico taglio del nastro dei festeggiamenti Gesualdiani sarà a Venosa il prossimo 8 settembre, giorno in cui si ricorda la morte del compositore.

Ma poi ci sono tappe in diversi comuni, «che vantano straordinarie bellezze. Perché qui – dice Michele Mastro, sindaco di Palazzo San Gervasio – non c’è solo la Fiat su cui puntare. E non c’è solo Matera (ma l’ascia di guerra è stata seppellita – precisa il conservatore della Pinacoteca D’Errico, Mario Saluzzi): la cultura può dare davvero molto alla Basilicata, può davvero rappresentare un volano per lo sviluppo di tutti».

«Anche se – puntualizza il sindaco di Palazzo San Gervasio, Rocco Cancellara – le strade le dobbiamo realizzare, perché altrimenti i turisti si perdono».

E di turisti ne arrivano, soprattutto dalla Puglia. E’ visitatissima a Palazzo la mostra sui capolavori del Settecento napoletano, ha registrato il tutto esaurito ogni sera lo spettacolo al castello di Monteserico di Genzano di Lucania, la chiesa di San Donato a Ripacandida è gemellata con Assisi e arrivano turisti da tutta Italia per ammirare quei favolosi affreschi.

Tanti piccoli gioielli nascosti, come la chiesa dell’Annunziata o dimenticati per anni, come l’Abbazia di San Michele a Monticchio. Ed è arrivato il momento di metterli in mostra per la grande festa.

a.giacummo@luedi.it

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