4 minuti per la lettura
SANTA MARIA DEL CEDRO (CS) – Alla fine avevano ragione i bagnanti: nel mare di Santa Maria del Cedro non c’erano solo alghe comuni ma anche batteri. Tanto da indurre l’Arpacal, stavolta, a inviare una comunicazione con la quale si invoca da parte del sindaco un provvedimento di interdizione alla balneazione, nei pressi della foce del torrente Fiumicello e nella costa limitrofa.
LE BARRICATE SULLA STATALE 18 – L’esasperazione dei villeggianti, alle prese con il mare che da giorni appariva sporco, è esplosa martedì mattina (LEGGI L’ARTICOLO): un gruppo di persone ha invaso la statale 18 tirrenica mettendo di traverso cassonetti della spazzatura e mandando in tilt la circolazione in tutto il tratto settentrionale del litorale cosentino. I turisti hanno chiesto l’intervento della magistratura per chiarire le cause della sporcizia in mare. Domenica altri liquami erano stati segnalati tra Diamante e Cirella, poco distante da Santa Maria del Cedro.
LE RASSICURAZIONI DEL SINDACO – L’amministrazione comunale si era affrettata a precisare che le analisi dell’Arpacal effettuate il 12 e il 14 agosto nella zona escludevano il rischio di inquinamento e parlavano solo di “presenza di specie algali comuni”. Non era necessario, quindi, proibire la balneazione e intervenire. Ma le analisi successive, per le quali i risultati sono stati resi noti solo oggi, hanno smentito questa situazione, prospettando uno scenario più inquietante.
LE ANALISI CONFERMANO L’ALLARME – I valori di escherichia coli dei campioni d’acqua di mare prelevati nei pressi della foce del torrente Fiumicello che si trova al confine tra Grisolia e Santa Maria del Cedro sono superiori rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sulla balneazione. E ciò dovrebbe determinare un provvedimento da parte del sindaco della cittadina tirrenica cosentina di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”.
A comuncarlo è stato Edoardo Fiorino, dirigente del servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), che ieri ha ricevuto i referti finali delle analisi eseguite dai laboratori di Cosenza sui campioni prelevati domenica pomeriggio a Santa Maria del Cedro, con la collaborazione della Guardia Costiera di Diamante, a seguito di alcune delle diverse segnalazioni che stanno giungendo al Numero Verde 800.331929 dell’Arpacal.
LE SEGNALAZIONI AL NUMERO VERDE – Da diversi giorni, riferiscono dall’Arpacal, giungono al centralino – istituito a seguito dell’iniziativa “Sos Pronto intervento per il Mare 2013” sulla base di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e la stessa agenzia ambientale calabrese – segnalazioni su presunte emergenze ambientali nel tratto di costa che interessa i comuni di Diamante, Santa Maria del Cedro, Grisolia e Scalea.
Nella gran parte dei casi si è trattato di proliferazione algale. Nello specifico degli interventi del 18 agosto scorso, e più precisamente quelli contraddistinti dai codici 180813CS007 e 180813CS004, dopo i campionamenti delle acque superficiali del fiume Abatemarco e del torrente Fiumicello, ed a conclusione dell’attività di analisi di laboratorio – che ha una tempistica standardizzata dalla normativa nazionale – si è accertato il superamento dei valori per il torrente Fiumicello, mentre valori nella norma per l’Abatemarco. «Questo caso specifico – ha commentato il direttore scientifico dell’Arpacal, Oscar Ielacqua – dimostra l’efficacia dell’iniziativa Sos Pronto Intervento per il Mare: numerose segnalazioni ci portano in questi giorni a refertare la presenza di mucillagini o proliferazioni algali, ma in questo caso solo grazie alle segnalazioni dei cittadini, siamo riusciti ad individuare vere emergenze per la salute dei bagnanti e per l’ambiente».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA