ROSETO CAPO SPULICO (Cosenza) – Sarà la splendida voce di Verdiana, finalista di “Amici”, a concludere la VIII edizione di “Serenata a Federico II”, spettacolo teatrale incentrato su un incontro immaginario, in Paradiso e per un solo giorno, tra Federico II di Svevia, San Francesco d’Assisi e Dante Alighieri. L’iniziativa, in programma mercoledì 21 agosto alle 21, avrà come location la spiaggia di Roseto Capo Spulico, ai piedi del castello federiciano con lo sfondo impreziosito dallo scoglio dell’incudine che emerge dalle acque cristalline del mare. Il testo, anche per questa VIII edizione, è curato da Rocco Franco, scrittore e poeta di Roseto Capo Spulico che da storico locale ha condotto lunghe e certosine ricerche per scrivere una storia, che seppure romanzata com’è nel costume dell’arte del teatro, svolge le sue trame partendo da dati storici scrupolosamente documentati. Un percorso culturale iniziato nel 2006 con la prima edizione delle “Serenate a Federico II”, nato per dare voce alla storia dei luoghi e in particolare del Castello federiciano eretto a picco sul mare di Roseto.
La piece teatrale di questa edizione “…E c’incontrammo a riparlar d’amore”, si incontrano tre grandi pensatori del medioevo: Federico II, San Francesco d’Assisi e Dante Alighieri. Escono, in realtà, dal sogno che fa il Moderno mondano, altro personaggio della rappresentazione, salendo pur egli in Paradiso, luogo unico dove i tempi diventano un solo tempo senza spazio e senza calendario e dove tutti si possono incontrare al di là dell’età vissuta. Sul palco, a calcare la scena, Salvatore Puntillo nella parte di Dante Alighieri, Marco Silani, nei panni di San Francesco d’Assisi, Michele Chiarelli nelle vesti di Federico II e Gianluca Blumetti che interpreta il “moderno mondano”. La rappresentazione teatrale sarà impreziosita dalla calda voce narrante di Francesco Fusca e si avvarrà della partecipazione della scuola di danza “Scarpette rosa” di Francesca Smilari e delle coreografie di Sokol Kurti, già primo ballerino del teatro nazionale di Tirana.
Una piece in cui si parla d’amore, tema di grande attualità visto il momento storico decadente che vive la morale umana e dove la contrapposizione di pensiero tra l’antico e il moderno è ovviamente netta. Ma la figura di Beatrice, che compare sul mare come novella Venere dea dell’Amore, sarà di grazia e di ammonimento al ritorno ai sentimenti puri, connaturati nei valori assoluti dell’uomo, che l’esasperato relativismo dell’oggi, imposto dalla cultura egemone, tenta di eliminare e che, però, non possono alla fine cedere, perché eterni. Il testo di Rocco Franco è costruito sugli insegnamenti dell’opera di San Francesco (Il Cantico delle Creature), di Federico II (Le opere della Scuola Siciliana) e di Dante Alighieri (La Divina Commedia) e sta a vivificare il messaggio che la maggioranza silenziosa degli uomini ha a cuore e che mira ad un’urgente riappropriazione, specie da parte dei ceti dominanti, dell’etica, essa sì, indispensabile forma di energia pulita, senza la quale non è possibile alcuna rinascita economica e sociale.