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MILANO – Si chiama Domenico De Simone, ha 60 anni ed è nativo di Cosenza anche se residente a Bergamo, l’uomo che si è spacciato per ‘Mario’ e che ha sostenuto di essere a conoscenza di un fatto legato al caso di Yara. L’uomo in passato era stato collaboratore di giustizia nell’ambito di un’indagine antidroga. In questura De Simone ha riferito il suo racconto: era molto confuso. Tuttavia il fatto da lui riferito non rappresenta alcuna svolta nella vicenda. 

L’uomo nei giorni scorsi aveva lasciato una scritta nel registro della cappella dell’ospedale di Rho, in cui sosteneva: «Qui è passato l’omicida di Yara Gambirasio, che Dio mi perdoni»  Successivamente, era arrivata al cappellano dell’ospedale una lettera di tre pagine firmata per l’appunto “Mario”, in cui l’uomo si accusava dell’omicidio della tredicenne di Brembate di sopra uccisa nel 2010, e una telefonata anonima allo stesso nosocomio. La svolta, però, si è avuta questa mattina quando l’uomo si è presentato nella redazione de “L’Eco di Bergamo” dichiarando di voler fornire la propria versione dei fatti, ed è stato subito intercettato e fermato dalla polizia all’uscita. Secondo gli inquirenti si tratta di un mitomane.  L’uomo, come detto, è nativo di Cosenza e in passato è stato collaboratore di giustizia per una vicenda legata al traffico di droga. Tredici anni fa si era incatenato davanti al municipio di Bergamo per una protesta contro lo Stato. Attualmente il sessantenne, terminato il periodo di collaborazione con la giustizia, è senza protezione. 
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