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POTENZA – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, perciò il quadro indiziario nei loro confronti non è cambiato di una virgola e spetterà il gup decidere il da farsi per le richieste di sospensione avanzate dalla Procura. Almeno per quelli che non si sono già dimessi dagli istituti parificati finiti nel mirino delle Fiamme gialle.

Sono stati una pura formalità gli interrogatori ieri mattina a Potenza dei 5 dirigenti scolastici al centro dell’ultima inchiesta sui diplomi facili in regione. Si tratta di Angelo Scaringi, Prospero Massari, Filomena Lucca, Massimo Branca,  e Mattia Di Deco. Responsabili rispettivamente dell’istituto tecnico per geometri “Pitagora” di Potenza, del commerciale Fabio Besta e del turistico Mario Pagano di Scanzano Jonico, più il tecnico per geometri Falcone – Borsellino di Viggianello. Tre di loro, Lucca, Massari e Di Deco, una volta di fronte al gup avrebbero spiegato di aver lasciato gli incarichi ricoperti in precedenza, prima di avvalersi del diritto di restare in silenzio. E’ certo che per loro, proprio per il passo indietro compiuto, le esigenze cautelari risultano attenuate, ma la valutazione finale spetterà al gup Rosa Larocca che nei prossimi giorni dovrà decidere dell’interdizione dai pubblici uffici proposta dal pm Annagloria Piccininni. 

Gli interrogatori sono stati disposti in base a un articolo del codice di procedura penale sulla “sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio” di chi commette reati contro la pubblica amministrazione, che prevede di sentire gli indagati prima di accogliere una richiesta in questo senso avanzata dalla Procura. La decisione non dovrebbe essere immediata. E’ più probabile che il magistrato prenda tempo per esaminare tutti gli aspetti della vicenda.

In totale sarebbero 18 gli indagati dell’inchiesta tra cui pure gli studenti che hanno acquistato un titolo di studio senza nemmeno partecipare ai corsi organizzati dagli istituti in questione. Oltre alle accuse per loro e per i responsabili della rete di istituti,  altre si sarebbero aggiunte anche nell’ultimo periodo mentre gli investigatori stavano cercando di chiudere il cerchio. L’ipotesi è che esistesse una vera e propria associazione a delinquere tra i dirigenti scolastici indagati specializzata nella compravendita di diplomi. Le altre accuse sono di truffa e di falso, perché in qualche caso i registri sarebbero risultati in tutto o in parte alterati.

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