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IL 25 settembre 2001 Enel produzione ha presentato un progetto diriattivazione, attraverso la riconversione a biomasse, di uno dei due gruppi della centrale termoelettrica del Mercure, risa ente alla metà degli anni ’60 e ormai completamente inattiva da oltre 15 anni sita nel territorio delcomune di Laino Borgo (CS), all’interno di un’area doppiamente protetta a livello nazionale e comunitario (Parco Nazionale del Pollino e Zona di Protezione Speciale; al progetto si oppone, con grande forza e determinazione, l’intera popolazione della Valle, nonché, anche con atti formali e iniziative legali adottati «ad hoc», le amministrazioni delle comunità più a rischio e l’ente parco nazionale del Pollino, attraverso sia il consiglio direttivo che la comunitàdel parco, oltre a istituzioni, tra cui la regione Basilicata e la provincia di Potenza, rappresentanti politici e amministratori di ogni appartenenza, associazioni e comitati locali e nazionali; tale opposizione è motivata non soltanto dai danni economici ed occupazionaliche deriverebbero alle popolazioni calabresi e lucane dell’intera area, vista la certificata vocazione turistica e agro-alimentare di qualità del territorio compreso nel Parco nazionale del Pollino, ma anche dai rischi per la salute, connessi al funzionamento della centrale, per via delle emissioni aeree di inquinanti e del loro permanere nella Valle del Mercure, caratterizzata da condizioni microclimatiche che determinerebbero una prolungata persistenza di questi inquinanti all’interno della valle medesima;
nell’ambito dei pericoli per la salute pubblica, fonte di massimo allarme ecostante preoccupazione tra i cittadini, vanno prioritariamente iscritti irischi di malattia correlati alla presenza di grandi quantità di amianto inentrambi i gruppi costituenti la vecchia centrale del Mercure;
Enel ha pubblicamente dichiarato di non aver bonificato il gruppo uno della centrale per motivi economici, ma di essersi limitata alla messa in sicurezza dell’amianto ivi presente, mentre completamente bonificato sarebbe stato, sempre a detta dell’Enel, il gruppo due, interessato dal progetto di riconversione a biomasse;
non sono state, però, fornite informazioni dettagliate, come pure sarebbe stato opportuno e necessario, né sulle quantità di amianto rimosse dal gruppo sottoposto, a detta dell’Enel, a bonifica, né sulle modalità della bonifica, né sul suo effettivo completamento; sono passati, inoltre, ormai diversi anni anche dagli interventi di cosiddetta «messa in sicurezza» dell’amianto contenuto nel gruppo uno della centrale e non è dato sapere quale sia l’attuale condizione, né se siano garantite lecondizioni minime di sicurezza per la popolazione e l’ambiente circostante; tale inadeguatezza di informazioni, su aspetti importanti e delicati di salute pubblica, hanno forse anche contribuito ad alimentare voci, insistentemente ricorrenti, che riportano la non completa rimozione dell’amianto che, si dice, sarebbe stato semplicemente «ricoperto», «incamiciato», ma non rimosso —dal gruppo due della centrale;
altresì motivo di preoccupazione sono le attività attualmente in corso all’interno della centrale del Mercure, in quanto, a fermi prolungati, si intervalla un’attività, di norma notturna, accompagnata da forti e allarmanti rumori, che preoccupano le popolazioni e ne disturbano la tranquillità notturna;
La Commissione attività produttive — Settore politiche energetiche, non tenendo conto di quanto sancito dalla sentenza 04400/2012 del Consiglio di Stato che, in pratica, boccia definitivamente il progetto presentato dall’Enel, ha autorizzato la riattivazione della sezione 2 della centrale, attraverso l’utilizzo di atti nulli, senza attivare le procedure previste dalla vigente normativa e contro il parere dell’ente parco nazionale del Pollino, ente gestore del territorio su cui sorge la centrale; con nota numero 16459 del 19 novembre 2012 la regione Calabria avverso tale improvvido provvedimento, istituzioni locali, comuni di Viggianello (Potenza) e Rotonda (Potenza) e Associazioni ambientaliste nazionali, Italia Nostra, Forum Ambientalista, Wwf, hanno ricorso nuovamente al tribunale amministrativo regionale (Tar) di Catanzaro, competente per territorio, il quale, nell’udienza del 21 giugno 2013, ha deciso un rinvio del ricorso al mese di novembre; prende corpo, pertanto, il rischio che l’Enel possa, nelle more, procedere allamessa in funzione continuativa della centrale, con la temuta eventualità che i rischi per la salute cui si è precedentemente accennato possano irreparabilmente concretizzarsi; tale situazione ha vieppiù alimentato sconcerto ed allarme tra le popolazioni interessate, che hanno immediatamente dato luogo a vibrate proteste e manifestazioni, a testimonianza ulteriore della delicatezza della vicenda e della unanime opposizione, popolare e istituzionale, ad uno sciagurato progetto che, se portato a compimento, le danneggerebbe irreparabilmente sotto l’aspetto economico, occupazionale e della salute, oltre a devastare un’area protetta tra le più belle d’Italia quali iniziative urgenti il Ministro della salute intenda adottare per:
a) tutelare il diritto alla salute e ad una corretta informazione delle popolazioni della Valle del Mercure, attraverso la verifica e la chiara individuazione delle attività a suo tempo svolte per la bonifica dell’amianto contenuto nel gruppo due della centrale del Mercure, nonché alla messa in sicurezza di quello presente nel gruppo uno della stessa centrale e, ancora, per chiarire quale sia la situazione attuale della quota di tale pericolosissimo materiale, ancora presente all’interno della centrale;
b) tutelare la salute e la sicurezza di quanti abitano nei pressi della centrale del Mercure e di quanti vi lavorano, soggetti a un molesto e dannoso inquinamento acustico, certamente di minore importanza rispetto ai temuti rischi legati alla presenza dell’amianto ma, tuttavia, necessitante anch’esso di adeguati e urgenti provvedimenti.
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