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IN CHAT si fa chiamare Marco, ma dice anche che non è il suo vero nome e che non ha intenzione di incontrarci perché il suo lavoro è strettamente riservato. Come tutti gli altri lo abbiamo raggiunto tramite diversi profili fasulli su bacheche virtuali e chat obsolete. Per fare quello che fa ha una sim card a parte, un numero di cellulare che mette nel suo smartphone di ultima generazione soltanto a certi orari prestabiliti. La foto che ha messo in rete la gira su link inseriti attraverso alcune chat su vecchi canali “mIRC”, ovvero uno dei primi programmi di chat, ormai quasi del tutto inutilizzati se non per scambiarsi file, è esplicita ma si rifiuta di dire se è vera o è uno specchietto per le allodole. “Mi propongo come massaggiatore – scrive – per donne facoltose che cercano qualcosa in più rispetto alla semplice scappatella. E, credimi, qui a Potenza ce ne siamo già almeno dieci”. Un massaggiatore erotico che attraverso vecchie chat gira in attesa che qualcuna le scrive. Tipo la “studentessaribelle”, una non meglio precisata ragazza di Potenza, che dice di avere 25 anni, e si presenta come una bomba sexy pronta a cercare avventure di tutti i tipi. Lo dimostra la sua unica foto, troppo perfetta per essere vera. Perchè da queste parti l’inganno erotico spesso si ferma alla conversazione su una chat, al massimo ci si muove per un incontro di persona, ma è molto più facile trovarsi davanti ad una webcam, per provare qualche sensazione “segreta”.

In queste chat c’è davvero di tutto, un enorme giro di reti e relazioni sotterranee, nascosto ai più, spesso rigirato su siti accessibili soltanto attraverso sistemi di navigazione anonima particolare, tipo la rete “onion”. Un internet parallelo, qualcosa del genere, che permette connessioni sicure. Come se una qualsiasi persona, residente a Potenza, risultasse attiva da Los Angeles o da qualsiasi altra parte del mondo. Ma non tutti sono esperti informatici capaci di muoversi attraverso questi lunghi tunnel sotterranei, c’è chi lo fa di notte da casa, davanti alla luce bluastra di uno schermo. “Orchidea_Selvaggia” dice di chiamarsi Giulia, di certo si sa che ha 40 anni e fa l’insegnante elementare. Cerca  una relazione duratura ma ad oggi ha trovato solo “pervertiti, tranne qualcuno”. In effetti non è proprio il modo migliore mettersi su una chat e attendere che qualcuno la agganci. Diciamo che in questi profili è difficile muoversi con la convinzione di parlare realmente con una persona di quell’età, con quel nome, magari realmente una donna. Dietro uno schermo si può celare di tutto. Ma qui non si tratta di giri di escort o prostituzione casalinga, stiamo parlando di persone che hanno una vita propria, spesso divisa tra la solitudine e la routine familiare, che cerca una via di fuga utilizzando un computer, inventando centinaia di identità pur di cercare qualche brivido da consumare per le strade di Potenza. Si cercano altre strategie per combattere la timidezza, sarebbe troppo riduttivo pensare che in questi incontri si cerca soltanto sesso. Un caso potrebbe essere quello di Tatiana, nome in codice “swee_t”, 24 anni. Non dice qual è il suo lavoro, “potrebbero scoprirmi”. Vive ancora con i suoi genitori e usa le chat di notte per poter conoscere nuove persone. “Non mi interessa fare altro, voglio soltanto conoscere qualcuno per poter passare un po’ di tempo, sai com’è soffro d’insonnia”. È vero pure che se ci si vuole addentrare nel mondo del sesso virtuale ci sono cose che sono un monumento alla dipendenza: prendiamo per esempio la donna che si cela dietro il nickname “la scrofa”, diciamo che il nome spiega subito qual è lo “stile di vita” di questa signora di cinquant’anni che in chat non fa altro che richiedere situazioni “piccanti” da mostrare via webcam.

O Clarissa, la 34enne trascurata che allega foto hard per convincere anche il più refrattario ad incontrarla da qualche parte in macchina. C’è da dire che il 99% delle volte non si sa con chi si sta parlando realmente, ma a volte quel profondo senso di solitudine e abbandono che scorre nella notte potentina si percepisce in tutta la sua amarezza. Gente che non riesce o non può, per storie magari complesse e difficili, a stringere rapporti con altre persone. Ed ecco che si manifesta l’enorme buco affettivo che diventa qualcosa di estremamente fisico se si pensa che dietro ad una tastiera c’è una persona. Ma attenzione, qualche volta si rischia di fare qualche incontro seriamente pericoloso. A noi non è capitato, ma è in queste bacheche che spesso può celarsi il peggio dell’umana specie, per non parlare di tante situazioni di prostituzione indotta, soprattutto donne straniere.

v.panettieri@luedi.it

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