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SCALEA (CS) – Si è costituito oggi ai carabinieri di Scalea, Marco Zaccaro, 30 anni, coinvolto nell’inchiesta Plinius contro la cosca Valente-Stummo operante sulla costa tirrenica cosentina, che nelle scorse settimane aveva portato all’arresto del sindaco di Scalea, di 4 assessori e di dirigenti e funzionari comunali. Con la costituzione di Zaccaro sono state eseguite tutte e 38 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro.
L’operazione Plinius è scattata lo scorso 12 luglio e ha colpito la cosca Valente-Stummo, attiva a Scalea e nei comuni vicini e che, secondo gli investigatori, è subordinata alla cosca Muto di Cetraro. La cosca, secondo l’accusa, nelle elezioni del marzo 2010 sarebbe riuscita a far eleggere propri candidati al Comune di Scalea i quali si sarebbero poi prodigati per concedere appalti a imprese legate alla cosca stessa. Oltre agli amministratori, sono finiti in carcere anche il comandante dei vigili urbani Giovanni Oliva, 51 anni; un geometra ed un architetto del Comune, Giuseppe Biondi, 44 anni, e Vincenzo Bloise, 41 anni, dipendenti dell’ufficio tecnico comunale. Tra gli arrestati figurano anche funzionari e tecnici del Comune di Scalea. L’operazione, denominata ‘Plinius’, è il frutto di una inchiesta avviata dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nel luglio 2010 sotto la direzione del procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e del pm Vincenzo Luberto. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Gabriella Reillo. Oltre alle persone arrestate, sono coinvolte nell’inchiesta altre 21 persone denunciate in stato di libertà. La cosca, grazie anche alla disponibilità di armi comuni e da guerra, sarebbe riuscita ad ottenere l’assoggettamento e l’omertà dei cittadini riuscendo così a sfruttare le risorse economiche della zona. Non esisteva pratica amministrativa, secondo l’accusa, che non venisse concordata con la cosca. Così, il sindaco Basile, il vice sindaco, Maurizio Ciancio, l’assessore al Commercio, Francesco Galiano, insieme a Pietro Valente, noto alle forze dell’ordine, e all’avvocato Mario Nocito, avrebbero turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando di gara per l’assegnazione dei lotti demaniali marittimi in modo da condizionare le modalità di scelta dei concessionari. Così tra gli assegnatari sarebbero finito anche Pietro Valente.
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