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SI vorrebbe poter dire che l’arrivo, stamattina a Matera, del ministro Cecìle Kyenge, non ha niente di emblematico.
E che si tratta soltanto della doverosa presenza della responsabile delle politiche per l’integrazione in una manifestazione che ha per tema, appunto, quello dell’accoglienza e dei diritti degli immigrati. Si vorrebbe insomma evitare di intonare la canzone arcinota della Lucania terra di migranti, e di Matera come un luogo dove finalmente la Kyenge può sentirsi tra la ”sua gente”, in una parte d’Italia che la povertà e la discriminazione le ha conosciute e le conosce bene, e ancora ne paga le spese. Ma non si può.
A rendere speciale la visita del ministro di origine congolese nella città dei Sassi è infatti la circostanza che la Kyenge è stata al centro, nelle ultime settimane, di un caso che ha fatto vacillare la stessa strana maggioranza di governo. La vicenda è troppo nota per essere raccontata. Ci limitiamo a ricordare che un ex ministro della Repubblica, e oggi vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, si è scagliato nel corso di un comizio della Lega Nord, contro il ministro per l’Integrazione con queste parole: «Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare alle sembianze di orango».
Se questo è l’antefatto, si capisce che la presenza del ministro Kyenge a Matera, (ultima tappa della Carovana dello ius migrandi partita il 10 luglio a Bolzano) in una manifestazione che fa della tolleranza, del diritto di cittadinanza e della “libera circolazione” i suoi slogan, acquista un rilievo tutto particolare. Ed è lo stesso sindaco Salvatore Adduce a far notare che “la scelta di Matera non è casuale. Il tema delle migrazioni – osserva Adduce – accomuna immigrati e lucani, che in numero ancora molto elevato sono costretti ad lasciare la loro terra”.
Ed è vero che “le campagne della Basilicata ospitano ogni anno migliaia di braccianti stranieri, le cui condizioni sono allarmanti e meritano attenzione”, ma in questa regione “vi sono anche realtà associative particolarmente operose nella difesa dei diritti umani, della legalità e contro ogni genere di razzismo e sfruttamento”. Adduce ricorda che è stata proprio Cécile Kyenge, ancor prima di diventare ministro, a proporre “che si svolgesse a Matera il momento finale della Carovana dello ius migrandi. Noi siamo molto onorati di questa scelta. Il festival della Libera circolazione coniuga la cultura con la vocazione alla giustizia e all’accoglienza propria della nostra città”. E Paolo Verri, presidente del comitato Matera 2019, ricorda che “una delle domande che viene posta nel dossier di candidatura è proprio l’integrazione culturale. E, attraverso la voce del ministro Kyenge, il festival ci aiuta a rafforzare questo tema”.
Con Cécile Kyenge, stamattina, al convegno di chiusura del festival della Libera circolazione (a Palazzo Lanfranchi, dalle 9 alle 13,30) ci saranno anche Gianni Pittella, vice-presidente del parlamento Ue, Filippo Bubbico, vice-ministro degli Interni e Gervasio Ungolo (Osservatorio Migranti Basilicata). Al termine del convegno sarà presentato l’audioracconto realizzato dallo Iac (il Centro arti Iintegrate e prima persona) di Matera sul tema della libera circolazione realizzato con il contributo della Camera di commercio di Matera e del Cna Basilicata. Nel pomeriggio, poi, tutti i partecipanti alla manifestazione svolgeranno una visita guidata nei Sassi.
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