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Mentre la Regione si prepara all’inizio di una settimana calda per alcune vertenze pronte a esplodere, come quelle dell’Alsia e delle Vie blu, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato ieri i vertici dei partiti del centrosinistra per presentare il piano del lavoro redatto dai sindacati.
Una serie di proposte per la crescita e lo sviluppo economico della Basilicata da mettere al centro della campagna elettorale, con l’auspicio dei tre segretari generali Genovesi, Vaccaro e Falotico, che al più presto il dibattito del pre voto possa essere spostato dai nomi dei candidati ai temi concreti.
Rimasta nel cassetto la bozza elaborata dall’ex assessore Vincenzo Viti, i sindacati si fanno avanti con le loro idee per far fronte alla crisi economico-sociale in atto, in una delle regioni l’emergenza occupazione è più pesante. E dopo gli incontri su tutto il territorio per farne conoscere i contenuti, ora Cgil, Cisl e Uil si rovolgono direttamente ai partiti. Punto di partenza dell’iniziativa, il buon metodo di “Obiettivo basilicata 2012”.
Ma sui contenuti bisogna fare di più, visto che il pacchetto di strumenti messo in atto – concordano i sindacati – non è stato in grado di aggredire fino in fondo la pesante crisi in corso. Molti punti dell’intesa – ricordano Cgil, Cisl e Uil, sono rimasti incompiuti: dalla legge contro il lavoro nero, alla banda larga. Ora la politica è chiamata ad aprire il confronto sulle proposte elaborate.
Materialmente l’incontro, ieri mattina, si è tenuto nella sede cittadini del partito democratico, ampiamente rappresentato dal segretario regionale e capogruppo alla Camera Roberto Speranza, il presidente De Filippo, il presidente Pasquina Bona e il coordinatore della segreteria regionale, Ignazio Petrone. Ma il Pd non era l’unico presente. Per sinistra ecologia e libertà c’era la segretaria lucana, Maria Morante.
Ha partecipato pure il segretario socialista, Livio Valvano e per l’Udc – o almeno quella parte del partito che si considera ancora nella maggioranza di governo – l’ex segretario Palmiro Sacco. Almeno a parole, tutti – a partire da Speranza, poi seguito dagli altri – hanno assicurato che il dibattito e l’impegno dovrà ripartire da qui: dal lavoro. Anche perché – come ha ricordato De Filippo – temporalmente l’insediamento del nuovo governo coincide il nuovo ciclo di risorse comunitarie e quindi con la programmazione delle risorse europee per il settennio 2014-2020.
E proprio su questo i sindacati battono, a partire dalle questioni di metodo: stop ai finanziamenti a pioggia a favore di una strategia mirata, indirizzando le risorse verso settori strategici. I sindacati ne hanno individuati: opere pubbliche e infrastrutture; forestazione e agroindustria, banda larga e piano di telecomunicazioni; scuola università e ricerca; energia e convenienze localizzative; turismo; nuova governance territoriale; pensionati e welfare regionale. Ma per i sindacati la crescita economica della regione passa anche attraverso la redistribuzione delle risorse. Ecco perché una delle proposte avanzate dal sindacato unitario è quella di riconvertire il tesoretto da 35 milioni di euro attualmente destinato alla card idrocarburi in un fondo destinato alla sperimentazione di un reddito minimo di inserimento.
Ma oltre ai contenuti specifici delle proposte contenute nel Piano del lavoro e presentate ieri, c’è un messaggio su tutti che i sindacati rivolgono alla politica. «Serve un salto di qualità nella programmazione politica lucana». E nella Regione sconvolta dall’inchiesta sulla rimborsopoli del Consiglio regionale, Cgil, Cisl e Uil rivolgono anche un appello etico: «Serietà, concretezza e sobrietà dovranno essere i comandamenti da rispettare sempre».
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