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“A MATERA ci sono le personalità per poter guidare la Regione e non credo che la scelta debba cadere automaticamente su Potenza, ci siamo anche noi”. Cosimo Muscaridola da poche settimane segretario del Partito democratico di Matera fa un’analisi a tutti campo che affronta i nodi regionali sul tappeto, non è convinto dell’ipotesi Santarsiero, lascia aperta la porta alle candidature di Pittella e Lacorazza anche se aggiunge “ma tra i due io preferisco Adduce”.
Ammette una divisione difficilmente componibile del Partito democratico materano che si arrocca in una sorta di vera e propria balcanizzazione, apre ad un maggiore confronti interno a livello di Matera città affrontando i temi politici che vanno dalla sua nomina alle divisioni sulla questione 106, fino ai problemi nel gruppo consiliare.
Partiamo dalla sua nomina che è stata in qualche modo sofferta, frutto di una difficoltà?
“Non credo sia stata una nomina sofferta, ma nell’ordine delle cose vista la situazione che si era venuta a creare, il contrasto di una parte del partito con la precedente segretaria che per spirito di servizio aveva accettato di rappresentare il Pd in giunta comunale in un momento delicato.
Purtroppo quella scelta di responsabilità non è stata vista come tale da un pezzo del Pd e oggi abbiamo scelto di eleggere un segretario fino al Congresso nominato da una maggioranza politica che c’è nel partito.
Io pensavo di essere garanzia per tutti ma Area Democratica non ha riconosciuto questa candidatura e questo non mi ha sorpreso.
Ora ho composto una segreteria con tutte le componenti ad eccezione di Area democratica e proporrò Giuseppe Falcone alla presidenza e un’ampia presenza femminile”.
Con quali obiettivi?
“Quello di aprirci alla gente, di confrontarci come inizieremo a fare sulla Ztl in centro a Matera nei prossimi giorni. Abbattendo quell’incomunicabilità che ha allontanato i cittadini dall’Amministrazione. Ho chiesto a tutti uno sforzo ed un legame più stretto nelle scelte e nelle decisioni. Anche al sindaco”.
Il momento politico porta a scelte importanti a livello regionale, Matera è in grado di esprimere da sola e compattamente un proprio rappresentante per la guida della Regione?
“Purtroppo le difficoltà ci sono, vi è una balcanizzazione del partito. Si vive di beghe interne, di personalismi difficili da superare. Io auspico che si possa arrivare ad una proposta unitaria ma mi sembra difficile viste anche le lacerazioni seguite alle parlamentarie, la predisposizione ad escludere e non a coinvolgere.
Credo però che a Matera vi siano le chance e le personalità per poter concorrere alla guida della Regione e bisogna fare in modo che Matera non sia più periferia dell’impero e che non finisca paralizzata da questa lacerazione interna.
Ha risorse per la presidenza della giunta da Adduce a Santochirico, a Maria Antezza anche se lei è molto impegnata dal lavoro in sede nazionale per poter essere coinvolta, allo stesso Chiurazzi. E anche per la segreteria regionale ci sono le personalità adatte. Primarie? Il tempo stringe, mi sembra difficile arrivarci in questo momento e con elezioni a novembre. Bisogna comunque lavorare per una soluzione unitaria”.
Invece quest’ipotesi Santarsiero alla guida delle regione come sarebbe vissuta e vista?
“Le scelte e le decisioni sono ovviamente libere ma io credo che i cittadini materani non capirebbero, continuerebbe ad essere vista come la candidatura di una parte che ha dato l’impressione di guardare principalmente a Potenza nelle ultime questioni che hanno riguardato la Provincia”.
Di Lacorazza e Pittella invece cosa diciamo?
“Sono due uomini che hanno dimostrato grande serietà in questi mesi”.
Dovendo scegliere?
“Tra i due sceglierei Adduce per la qualità e l’equilibrio dimostrato”.
La questione scontrini cosa ha detto?
“Credo ci siano stati degli eccessi, non si può perseguire ad esempio per aver acquistato coppe e medaglie per una gara sportiva. Credo però che la magistratura debba fare in fretta, individuando le responsabilità e intervenendo con decisioni e risposte chiare. Io credo che tutti i dirigenti siano meritevoli della conferma”.
Torniamo alle questioni materane. L’ultimo Consiglio è stato una bagarre sulla commissione che ha analizzato le pratiche della 106 cioè il cosiddetto Piano casa 2. Un consigliere Pd si è auto sospeso, un altro nell’occhio del ciclone per una presunta incompatibilità e lo stesso sindaco che ha gradito poco gli eventi.
“Purtroppo ci sono spesso problemi tra gruppo, giunta e lo stesso sindaco per i quali lavoreremo cercando un contatto, una comunicazione ed un raccordo migliore.
Ho assistito in parte all’ultimo Consiglio comunale e a quanto avvenuto sulla questione 106 e ritengo che la commissione sia andata oltre i propri compiti.
Dovevano semplicemente verificare se tutti gli atti avevano eseguito l’iter dovuto e non entrare nei dettagli dei singoli atti.
E infatti le dimissioni di due componenti lo dimostrano.
Non è stato chiesto alla commissione di valutare sulla politica urbanistica in città negli ultimi 25 anni.
La balcanizzazione di cui parlavo prima ha portato poi a superare i limiti ma questo nel partito non è più tollerabile. Adesso toccherà al sindaco e alla giunta valutare nuovamente gli atti e fare le scelte opportune. Poi bisognerà ritornare in Consiglio”.
E sull’incompatibilità di cui si è parlato del presidente della commissione Cotugno?
“Io non ne ero a conoscenza. Non è un argomento che mi appassiona. Io credo che un dubbio sull’opportunità di far parte di quella commissione dovesse e potesse sorgere. Ma rientra nelle sensibilità dei singoli”.
Pensa di ricandidarsi nel Congresso cittadino di settembre?
“Io sono a disposizione. La mia presenza è al servizio del partito. Se mi verrà chiesto lavorerò per il partito”.
p.quarto@luedi.it
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