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MATERA – Rischiano di non ricevere lo stipendio di luglio, i circa 200 dipendenti, con varie mansioni ed inquadramenti contrattuali, dell’Agenzia lucana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura (Alsia), che ieri mattina hanno proclamato lo stato di agitazione permanente.
Sei commissariamenti in sette anni, durante i quali si sono registrati ben 12 mesi di completa vacatio della rappresentanza legale, con tutto ciò che comporta sotto il profilo della gestione; 140 impiegati di ruolo, 48 contrattisti a tempo determinato e 22 ex dipendenti di Agrobios, recentemente trasferiti; un credito di otto milioni con la Regione, fondi deliberati e stanziati ma mai trasferiti all’Agenzia, 800mila euro mensili di spesa corrente per il personale, che la Regione garantisce sempre a singhiozzo e navigando a vista, senza alcun piano di riordino, come pure si paventa da mesi.
Sono questi i numeri dell’Alsia, illustati ieri mattina dai sindacalisti Framco Coppola (Uil), Roberta Laurino (Cgil) e Giuseppe Bollettino (Cisl), i quali hanno ribadito con forza la necessità che la politica regionale si faccia carico di questa situazione, «perchè questi lavoratori non continuino ad essere mortificati nella loro professionalità -ha detto Laurino- insieme con la stessa mission dell’Alsia. Da febbraio si doveva affrontare il problema del necessario riordino dell’Agenzia, noi lo vogliamo -ha ribadito la sindacalista- ma si deve passare agli atti concreti, anche se c’è una situazione politicamente stagnante alla Regione. Qualcuno ha voluto modificare i tempi di gestione delle casse dell’Alsia, ma gli stipendi devono essere garantiti per non far saltare tutto».
Secondo Bollettino, il caso dell’Alsia è «l’emblema di una politica incapace di dare risposte serie. Serve un piano di riparto serio delle risorse spettanti all’Agenzia -ha proseguito il sindacalista della Cisl- e se c’è da fare tagli, devono essere mirati. La Rsu, molto responsabilmente, ha proposto di sgravare la Regione dei costi della struttura in affitto, circa 300mila euro l’anno, trasferendo la sede in uno dei tanti edifici vuoti di proprietà della Regione». Coppola ha definito la gestione dell’Alsia «un coacervo di complicazioni, in cui la Regione si è invischiata. -ha esordito il leader della Cisl- Il simbolo dell’inefficienza e dello scarso senso di responsabilità della politica regionale.
L’agricoltura in Basilicata è ancora un settore trainante, quindi è necessario aprire subito un tavolo di confronto con la Regione, questa noncuranza è difficile da giustificare e comprendere. Attendiamo risposte in tempi rapidi almeno sul tema stipendi -ha concluso Coppola- e non badiamo al periodo estivo, siamo disponibili a giocarci qui le ferie. Ma attendiamo anche risposte rapide sulla nostra proposta per il trasferimento della sede, altrimenti alzeremo i toni della protesta».
In platea gli animi si sono molto agitati, in quanto i lavoratori sostengono legittimamente che i loro stipendi valgono almeno quanto quelli degli amministratori regionali, che continuano a percepirli regolarmente.
a.corrado@luedi.it
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