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CONDANNE confermate ma pene ritoccate nella sentenza d’Appello del processo “Santa Tecla” contro gli affari dei clan a Corigliano e sulla costa ionica cosentina. Si tratta dell’inchiesta dalla quale scaturi lo scioglimento del comune di Corigliano Calabro per infiltrazioni mafiose. Su sessantaquattro posizioni i giudici della corte d’Appello di Catanzaro riformano circa quaranta condanne emesse nel corso del giudizio di primo grado. Tra queste compare la figura del noto imprenditore Mario Straface, fratello dell’ex sindaco di Corigliano, Pasqualina. L’uomo è stato condannato dal Gup di Catanzaro a 8 anni di reclusione, mentre i giudici di secondo grado riducono la pena a 6 anni e 8 mesi, revocano alcuni beni sequestrati in un primo momento ad alcuni componenti della famiglia rimasti coinvolti e confermano altri provvedimenti di confisca.
I reati contestati: associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Un ulteriore sconto di pena invece è per i detenuti in regime di 41 bis, tra cui Carmine Ginese da 10 anni a 6 anni e 8 mesi e Pietro Longobucco da 16 anni a 6 anni. Per l’avvocato Antonio Piccoli una nuova riduzione di pena da 10 anni a 8 anni di reclusione. La prima sezione penale (presidente Palma Talarico), ha così sciolto la riserva dopo lunghe ore di camera di consiglio.
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