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POTENZA – Due punti, cose da fare subito o per chiarirsi meglio. Racchiusi anche sotto un hashtag, #mt2019, e sotto mille iniziative.

Ché settembre arriva presto e per la fine dell’estate il dossier per la candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019 dovrà essere pronto.

Il primo, ratificare il sostegno a Matera con le delibere giuste e con qualche cartellone diffuso negli appuntamenti estivi sparsi sul territorio. A volte, basta poco.

Il secondo, invece, è piuttosto una visione generale: la cultura deve essere un metodo, non un obiettivo. E poi se ne avvantaggiano tutti. La corsa della città dei Sassi a capitale della cultura 2019 non è la campagna di una sola città, questo è assodato. Ieri, però, l’incontro con i sindaci del Potentino è servito anche a mettere nero su bianco le cose da fare, piccoli e grandi iniziative che dal territorio possono aggiungere attenzione e efficenza alla candidatura. Tutti pronti, gli amministratori, a indossare maglietta e spilletta. Pronti soprattutto a ratificare un progetto che «anche se non andasse in porto, farà guadagnare tutta la regione». In visibilità, crescita, consapevolezza. E, magari, – sperano gli amministratori locali – soprattutto in infrastrutture e collegamenti. Si aspettano un po’ questo nelle periferie: la candidatura di Matera è un’opportunità collettiva. «A patto che il fare rete sia una cosa concreta, non un impegno di parole». Dal territorio a Matera e viceversa.

«È evidente che in questa prima fase – ha spiegato il direttore del comitato Matera 2019, Paolo Verri – è maggiore l’aiuto che può arrivare dalle realtà territoriali. Solo dopo, in una seconda fase, in caso di vittoria, la dotazione finanziaria porterebbe notevoli ricadute su tutto il territorio».

Certo, è anche vero, che la linea utilizzata in Basilicata è quella della candidatura realistica: progetti davvero realizzabili, idee e proposte che funzioneranno comunque, con o senza scalata al podio europeo, come ha fatto notare l’assessore alla Cultura della città dei Sassi, Giordano.

I punti di forza della candidatura di Matera sono l’attenzione alla cittadinanza e una «squadra di lavoro vasta e qualificata». Per questo l’hanno chiamata la candidatura «wiki». E punto di forza è anche «la coesione delle istituzioni»: Verri assicura che anche altrove si nota l’unità. In aggiunta, c’è l’attenzione di alcuni ministeri, come il Mibas, il Mise e il Miur. Ancora, quella di Matera è l’unica candidatura a Sud.

Ci sono poi alcuni punti di debolezza: «A cominciare da un bisogno di chiarimento sul ruolo del comitato. Non è un nuovo ente – ha puntualizzato Verri – a cui chiedere fondi». Serve, inoltre, un coordinamento tra le politiche regionali e nazionali con il nuovo governo vanno stretti nuovi rapporti.

Il ritorno per i Comuni, almeno in questa fase, è in visibilità, orizzonte europeo. «Dobbiamo immaginare una nuova frontiera della programmazione, soprattutto programmazione culturale. Deve essere un metodo, prima che un obiettivo».

L’Europa chiede soprattutto partecipazione della cittadinanza e orizzonte comunitario dei progetti. Come fare? «Ci sono tanti posti considerati “di passaggio”. Eppure sono località ricche di storia, produzioni, valore culturale. Dobbiamo – ha aggiunto ancora Verri parlando ai sindaci – provare a farne una rete, pensando che la promozione non debba essere confinata in quei luoghi».

E mentre va avanti la sfida con altre città italiane (al momento, con Matera, sembrano favorite Siena, Ravenna, Perugia, Urbino), i sindaci del Potentino si sono visti per passare all’azione.

«Potremmo cominciare dal ratificare in tutti i Comuni – ha suggerito il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza – le delibere di adesione alla candidatura di Matera». E poi, magari, ora che è estate e nei paesi lucani fioriscono sagre, manifestazioni, iniziative territoriali, perché non pensare a stand, striscioni, piccoli segnali di comunicazione che rafforzino anche in periferia la corsa di Matera?

I Comuni si impegnano anche a ratificare questo sostegno sui siti istituzionali. A Potenza, poi, si potrebbe individuare un punto fisico per Matera 2019.  Meglio ancora, la proposta è di inserire questa candidatura nel programma dedicato all’innovazione che il capoluogo sta sviluppando con il bando sulle applicazioni per la vita urbana.

Il sostegno, insomma, deve essere di sistema. «Dalle cose semplici, proprio come le delibere di adesione – ha concluso il presidente Anci Basilicata, Vito Santarsiero – a un’idea di programmazione. Dobbiamo inserire la candidatura nel ciclo di programmazione comunitario 2014-2020. Quei fondi sono pensati e indirizzati alle realtà urbane».

La città si candida «non per quello che è, ma per quello che puo diventare».

 

LE CURIOSITA’

Ricapitolando

Da quando nel 1985 è nata la consuetudine europea di una città indicata “capitale della cultura”, in Italia hanno vinto Firenze, Bologna e Genova. Mai nessuna città del Sud. Il primo soggetto ad aderire alla campagna è stato il Comune di Potenza che ha deliberato sostegno istituzionale ed economico battendo sul filo di lana lo stesso Comune di Matera.  Parole chiave della campagna (così come chiede l’Unione europea): visione europea della città e partecipazione della cittadinanza.

Per capire di più

Il Comitato Matera 2019 è un patto tra molte istituzioni locali: città e provincia di Matera e di Potenza, Regione Basilicata, camera di commercio di Matera, Unibas. Sono più di 600.000 le persone coinvolte nella candidatura. Con Matera le città di Ravenna, Siena, Perugia-Assissi hanno lavorato per creare il progetto Italia 2019. Matera al momento è considerata dagli addetti ai lavori «una città osservata speciale come candidata per il 2019». Ogni informazione utile, i progetti, i programmi e i bandi per partecipare in vari modi al percorso sono sul bel sito nato per la campagna: www.matera-basilicata2019.it. Dal sito si può accedere e registrarsi alla community: uno spazio di dibattito e proposta aperto, inclusivo e molto interessante.

I passi da fare

Entro settembre dovrà essere completo il dossier della candidatura di Matera. Entro fine anno le 18 città ora in lizza diminuiranno a 5. A quel punto cominceranno le visite ispettive del Mibac, dell’Unione Europea per verificare la coincidenza tra quanto proposto nel dossier. Entro marzo 2014 le città arrivate in cinquina dovranno presentare un secondo dossier di candidatura: la città vincitrice sarà indicata entro fine 2014.

s.lorusso@luedi.it

 

 

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